Anche Rowling sfata le contraddizioni del gender e viene colpita dall’hate speech

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Anche Rowling sfata le contraddizioni del gender e viene colpita dall’hate speech

Anche Rowling sfata le contraddizioni del gender e viene colpita dall’hate speech

10 Giugno 2020

J. K. Rowling, scrittrice britannica di successo, celeberrima per la saga dei maghi di Harry Potter, ha sempre sostenuto le cause progressiste e mostrato vicinanza al partito laburista. Qualche giorno fa però ha commesso un grande errore: con un tweet ha constatato che nella cosiddetta teoria gender, la decostruzione dei concetti in nome dell’inclusione finisce per cancellare i dati biologici. La reazione delle comunità Lgbt, dei fan e degli intellettuali è stata un attacco ferocissimo al loro – ormai ex – mito, accusato di aver distrutto la magia da lei stessa creata.

Il tweet iniziale era una considerazione preoccupata sulla rimozione lessicale della donna come “persona con le mestruazioni” per includere nel genere femminile anche gli uomini che si sentono donne. La scrittrice afferma un dato fisiologico di base: quello è il funzionamento del corpo femminile, un uomo può sentirsi donna ma continua a funzionare come uomo, e così vale per l’attrazione. Perciò – ha continuato – difendere chi è discriminato per la propria intimità, non può portare a negare la natura del suo corpo. Questa risposta è piaciuta ancora meno e ha sollevato reazioni completamente isteriche.

Da qui sono partiti i primi attacchi di chi forse pensava di vivere a Hogwarts, la scuola di magia immaginata dalla Rowling, dove davvero tutto può succedere. La parte più aberrante sono state certe risposte di odio nei suoi confronti come l’accusa di “non educare sé stessa”, che è uno dei grandi miti del mondo lgbt. Educare le persone alla loro idea di inclusione che confligge con qualsiasi elementare dato naturale. A lei che si rifiuta viene scagliata dai fan la Avada Kedavra, una potentissima magia, sempre della sua saga, talmente terribile da essere proibita, infatti uccide all’istante.

La Rowling ha finito di smontare la teoria cosiddetta gender riflettendo sul fatto che se si elimina il sesso, e l’attrazione complementare, si cancellano tutti i significati, della donna e della vita. La lotta alle discriminazioni, insomma, non può dover implicare la negazione del funzionamento della natura. In pochi passi ha dimostrato le evidenti contraddizioni in cui incorrono le teorie del gender più si spingono a contraddire i dati biologici. Infatti, conclude in modo lapidario: “Non è odio dire la verità”. Allora forse la Rowling dovrebbe riflettere che, anche se in buona fede le sue idee vorrebbero aiutare persone in difficoltà, sono propedeutiche a questo pensiero.