And the winner is?
04 Novembre 2008
Ci siamo. Domani mattina ci risveglieremo (per chi scrive, in realtà, sarà una lunga notte insonne all’Election event di via Veneto, organizzato dall’ambasciatore Spogli) con un nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Finisce un’interminabile campagna elettorale che “Pennsylvania Avenue” ha seguito sin dalle battute iniziali. Andate a vedere il primo articolo (significativamente su McCain): porta la data del 14 febbraio 2007.
Quando con il direttore de “L’Occidentale”, Giancarlo Loquenzi, abbiamo iniziato a parlare di un blog sulle presidenziali americane mancavano due anni all’appuntamento. A lui va il mio grazie per averci creduto. Da qualche mese, in Italia si tifa Obama e McCain come fosse Milan-Inter. Ma due anni fa, non era affatto scontato che un blog incentrato esclusivamente sulla corsa alla Casa Bianca avrebbe destato l’interesse degli internauti d’Italia. Se da subito “Pennsylvania Avenue” ha registrato un buon e crescente numero di lettori lo si deve, ritengo, alla curiosità suscitata da un fenomeno mediatico (stavo per dire cinematografico), prima ancora che politico, come Barack Obama. Il duello all’OK Corral con Hillary Clinton e, in casa repubblicana, l’emergere della “fenice” John McCain hanno fatto il resto, rendendo questa tornata elettorale entusiasmante. E davvero avvincente è stato poterla raccontare.
Arrivati al traguardo dell’Election Day, “Pennsylvania Avenue” non chiude i battenti. C’è molto da raccontare già da domani. E spero che vogliate ancora onorarmi della vostra partecipazione. Dico partecipazione non a caso, perché spesso i vostri commenti mi hanno spronato ad approfondire un argomento o semplicemente a considerare le cose da un punto di vista diverso dal mio. Stiamo ragionando se sia opportuno apportare qualche cambiamento al blog. Non cambierà invece la linea di “Pennsylvania Avenue”, orgogliosamente “maverick”. Per dirla in due battute: ci piace McCain, ma non pensiamo che una vittoria di Obama sarebbe un disastro (anche se sull’aborto, da convinti “Pro Life” il contrasto è netto e qui, probabilmente, ci toccherà rimpiangere Bush). Negativo invece (da conservatore) il giudizio sull’amministrazione uscente e in particolare sulla guerra in Iraq (il “surge” ha funzionato, ma resta il “peccato originale”).
C’è bisogno di aria nuova nelle stanze della West Wing della Casa Bianca. E non lo pensano solo i liberal. Significativo, al riguardo, quanto hanno scritto su “Politico.com” due reaganiani di ferro come Craig Shirley e Tony Fabrizio: “Negli ultimi anni, i conservatori che hanno criticato la Casa Bianca si sono ritrovati fuori gioco, gli è stata tolta la possibilità di lavorare nel partito. Sono stati perfino esclusi dalla lista degli auguri natalizi della Casa Bianca. Per molti nel GOP questo ha significato tanto”. Già, il Grand Old Party. Da domani, se le previsioni che vogliono Obama alla Casa Bianca e un Congresso saldamente in mano ai Democratici saranno confermate, inizierà un dibattito interno al partito Repubblicano destinato ad incidere profondamente sulla sua identità. Un confronto che “Pennsylvania Avenue” seguirà con attenzione.
Last but not least, un ringraziamento speciale va a tutti coloro, colleghi ed amici, che in questi due anni hanno offerto critiche e suggerimenti per rendere il “blog” all’altezza dell’evento storico che abbiamo raccontato. Una menzione particolare, infine, per mia moglie Nicole, attenta osservatrice delle cose americane sempre pronta ad offrire nuovi spunti e chiavi di lettura sulle presidenziali. A tutti voi, il mio grazie di cuore. E per chiudere? Beh, what else: God Bless America!