Andiamoci piano nel dire che la riforma di Obama è contro l’aborto

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Andiamoci piano nel dire che la riforma di Obama è contro l’aborto

25 Marzo 2010

Neanche Marx ha retto all’Obamacare. Mentre il presidente degli Stati Uniti di America si apprestava a firmare la strombazzata riforma della Sanità, che tutto dovrebbe risolvere e che invece ai contribuenti americani creerà più danni che vantaggi, nell’abbazia benedettina di San Giovanni di Collegeville, nel Minnesota, sabato 20 è scomparso il padre benedettino Paul Marx, decano del mondo pro-life. Fra tre mesi avrebbe compiuto 90 anni, era il meno transigente e il più irriducibile di quel mondo comunque variegato e non ha mai fatto sconti a nessuno (non metterò per iscritto quel che anni fa mi disse a muso duro a proposito di certi antiabortisti italiani a suo giudizio più interessati alla carriera che alla vita…).

Quindi di sconti non ne faceva nemmeno al giro mentale che circonda la pusillanime Amministrazione di Barack Hussein Obama, al suo buonismo fuori tempo massimo, al suo costruire quei tanti specchietti per le allodole che spingono molti anzi troppi in trappola. Infatti abbondano, purtroppo, gli esponenti e le sigle vuoi del mondo cattolico vuoi del mondo che di per sé politicamente parlando starebbe lungi da Obama le mille miglia oggi plaudenti la riforma sanitaria della Casa Bianca, e questo al grido di “un po’ di welfarismo fa bene al mondo”, “l’assistenzialismo è cosa buona e giusta”, “lo Stato ha i suoi doveri”. Perché sì, quella cosa lì, insomma “il mercato” (che di suo funziona solo se la gente sa essere libera e responsabile) a molti anzi a troppi fa ancora paura: “affama la gente”, “la lascia crepare per le strade”, “ti assiste solo se sventoli la carta di credito” è “puro liberismo”, magia di un -ismo in più che incute timore e tremore.

Nel 1981 padre Marx creò lo Human Life International (HLI) e nel 1989 il Population Research Institute (PRI), due colossi sublimi e affascinanti come la natura di Front Royal, in Virginia, a tiro di metrò da Washington, dove sorgono. Difficile persino difficilissimo definire “liberista” uno come lui, epperò la libertà autentica cioè responsabile e il bene delle persone padre Marx l’aveva decisamente a cuore. Per questo non si lasciava abbindolare da alcun demagogo ideologico. Quel gran pro-lifer ha sempre ben saputo che la battaglia per il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale è un tassello fondamentale di una guerra culturale assai più ampia, ma che dunque è appunto per questo che esso va messo in cima alle priorità.

Padre Marx aveva studiato bene la teologia, la filosofia, la storia e persino l’economia. Nei suoi ambienti si è sempre parlato chiaro, si è sempre chiamato comunismo il comunismo, progressismo il progressismo, democraticismo la caricatura svilente della democrazia, liberalismo il liberalismo e anche massoneria la massoneria. Nei suoi ambienti si è tra i primi messo mano alla finta “Bomba P”, lo spauracchio demografico ideato dai nemici del bene comune che invece la scienza (che all’HLI e al PRI si studiava e si praticava, si studia e si pratica) ha disinnescato debitamente.

Insomma, padre Marx starebbe ora accanto all’American Life League di Judi Brown, la poderosa, intelligente ed efficace organizzazione antiabortista, fra le maggiori del Paese e del mondo, che rema contro l’Obamacare sudando, anche fra i suoi sodali e gli americani like-minded, le proverbiali sette camicie per farsi capire. Per fare capire che nella riforma di Obama nulla impedisce il finanziamento pubblico e massiccio dell’aborto, che essa pullula di linguaggi riconducibili alla “pelosamente corretta” mentalità della “salute riproduttiva” e del pro-choice. Insomma che essa, retorica e sostanza, è un grimaldello potente nelle mani di un’Amministrazione che ha già ampiamente dimostrato come la pensa su una questione non negoziabile qual è il diritto alla vita. L’unica consolazione è che ora padre Marx, un po’ come fosse l’Obi-wan Kenobi della difesa integrale della persona umana, non è, là dov’è, stato abbattuto dai nemici: è diventato più potente.

Marco Respinti è il Direttore del Centro Studi Russell Kirk