Angela perde: Tu quoque, Renzi!

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Angela perde: Tu quoque, Renzi!

20 Settembre 2016

Nel giorno in cui prende un’altra sonora scoppola elettorale e Berlino, Angela Merkel si ritrova ancora a fare i conti con Matteo Renzi. Un Renzi che dopo il vertice di Bratislava non la smette più di tuonare contro l’Europa. Per Angela, le cose a Berlino sono andate in modo molto deludente. Non solo la destra avanza ma si sta riconfigurando anche un ben noto asse sinistrorso che potrebbe sancire la fine della “grossa coalizione”. Stretta tra Brexit e “populisti”, Angela aveva cercato di perimetrare la situazione all’esterno, rinsaldando l’asse con il decotto Hollande e accettando l’invito a Ventotente, cosa che deve aver alimentato in Renzi l’illusione che stava nascendo un direttorio a tre, franco-tedesco-italiano. 

Ma i cristiano-democratici, il partito della cancelliera, stanno franando. Merkel oggi è un leader indebolito politicamente, che avrebbe bisogno di alleati per tenere dritta la barra impressa alla Ue, e invece a quanto pare si becca le accuse e i malumori renziani: a Bratislava il premier italiano ha disertato la conferenza stampa con Angela e Francoise, anche se non è chiaro quanto  i due ne abbiamo avvertito la mancanza. Ma perché Matteo si comporta in questo modo? La prima ragione è che Renzi, soffiando sull’euroscetticismo di matrice antitedesca, spera di recuperare qualche voto nella vasta area del malcontento. Il premier non è nuovo a queste trovate, peccato che in Italia il copyright dell’eurofobia se lo siano presi altri.

La seconda, decisiva ragione è che Renzi con la storia del “direttorio” credeva di potersela sfangare anche quest’anno in materia di conti pubblici e relativi vincoli europei. Avremmo cambiato l’Europa al grido di “flessibilità, flessibilità!”, che nel vocabolario di politica economica oggi significa soltanto continuare ad aumentare il deficit e il debito. Solo così, infatti, sforando i parametri di Bruxelles, Renzi potrebbe ridurre qualche tassa, come va promettendo a destra e a manca il suo ministro della economia, o, molto più probabilmente, erogare altre mancette elettoralistiche tipo bonus studenti in vista del referendum. 

Mettiamoci anche il “welfare della immigrazione”, materia, l’immigrazione, sulla quale Renzi ha già scatenato altre volte la polemica con la Merkel e che anche a Bratislava è finita al centro dei riflettori, ma che in realtà anch’essa viene tranquillamente subordinata alla richiesta di flessibilità. La flessibilità è la vera dark side del governo italiano. I conti che non tornano, l’indebitamento e il deficit superiori alle attese. Il nostro governo continua a chiedere “flessibilità” all’Europa, ma la flessibilità l’abbiamo già avuta negli anni scorsi e la festa sta finendo: nel 2016 il deficit è al livello del 2008, con un aumento del debito di 30 punti di Pil. Sarebbero queste le politiche per rilanciare la crescita? 

Secondo il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, Renzi ha un problema di politica interna: non può tagliare le tasse quando mancano le coperture di bilancio. Così  il premier italiano se la prende con Angela nonostante “il governo tedesco sia stato quello che più ha apprezzato quanto fatto fino ad ora da Renzi”, sottolinea la SZ. E’ vero. La Merkel fin da subito ha tenuto aperta una linea di credito con Renzi, ha lodato le nostre riformicchie sul lavoro e pure il pasticciaccio brutto costituzionale. Ma nel momento dello schiaffo preso nelle urne a Berlino, Angela invece di trovare un puntello a Roma si becca un nuovo polverone antieuropeo. 

Renzi chiede alla Merkel di infrangere le regole di stabilità, ma, come ha dimostrato il vertice di Bratislava, nessuno dei Paesi del Nord Europa ha realmente intenzione di cancellare quelle regole. Quei Paesi, tutti o quasi, hanno fatto le riforme e tenuto i conti in ordine e si aspettano che la stessa cosa avvenga nei Paesi del Sud. Così, prendendosela con la signora Merkel, avverte minacciosa la Süddeutsche Zeitung, “Renzi ha messo in pericolo la propria sopravvivenza politica”.