Angela spegne la prima candelina
22 Novembre 2006
Oggi il cancelliere Merkel, a 52 anni compiuti, festeggia il primo anno di Grande Coalizione. Dopo dodici mesi di governo la stampa tedesca si domanda trasversalmente a gran voce chi è in realtà Angela Merkel, che cosa vuole e dove vuole andare, perché – sostiene – dopo un anno di governo non è più chiaro dove la Merkel intenda indirizzare le proprie battaglie, costretta sempre ad aggiustare la rotta per evitare che l’equipaggio a bordo la porti alla deriva (1). A riguardo, il Süddeutsche Zeitung titolava nei giorni scorsi: «Cancelliere indebolito, vicecancelliere danneggiato, sfiducia nella grande coalizione» (2), il «malumore all’interno della coalizione è visibile» nota invece il Die Welt (3). In realtà, ad un anno di governo%2C il bilancio politico è, alla luce dei fatti, più positivo di quello descritto dalla stampa tedesca. «Ad un anno di governo si è giunti ad una collaborazione solida svolta nel quotidiano», ha sostenuto la Merkel in una dichiarazione rilasciata al governo. Anche il ministro socialdemocratico delle finanze, Müntefering (SPD) dopo un anno si definisce soddisfatto in una intervista rilasciata al Tagesspiegel. La crescita economica del 2007, l’approvazione del bilancio da parte dell’Unione Europea, gli aumenti previsti per la ricerca e l’innovazione sono segni di buon auspicio per il futuro della coalizione.
Pur considerandosi ormai esaurita la fase della luna di miele, (ammesso che in una Germania con oltre quattro milioni di disoccupati, la Merkel abbia avuto la sua luna di miele con il popolo tedesco), i primi dodici mesi di governo raccolgono diversi successi. Dopo un anno di governo, il cancelliere ha trovato il suo stile politico tra riforme e compromessi per mantenere compatta la maggioranza di governo. Anche il settimanale Der Spiegel è costretto a riconoscere che il «governo rosso-nero ha condotto in porto diverse operazioni di rilievo: 471 milioni di disoccupati in meno, un programma di investimenti per 25 miliardi di euro, la riforma delle pensioni, quella sanitaria, la tassazione sulle imprese». Il programma di riforme – di «piccoli passi» così come l’ha definita la Merkel stessa – avviato e portato avanti con coraggio non è stato tuttavia in grado di arrestare l’emorragia elettorale se la CDU registra al 2006 una perdita complessiva di undicimila iscritti.
CDU: un partito in cerca di identità aspettando Dresda.
Dal 26 al 28 novembre, a Dresda, il partito di Angela Merkel, la CDU, sarà impegnato in un congresso movimentato dalla «guerra dei delfini» destinati ad insediare – presto o tardi – la leadership della Merkel. La rosa dei nomi è già nota: il ministro dell’istruzione Anette Schavan, l’attuale governatore del Nordrhein-Westfalen, Jürgen Rüttgers, Roland Koch del Land Hessen e Christian Wulff del Niedersachsen. Fino a qualche giorno fa era Koch il designato ad ereditare la leadership del cancelliere ma a causa di un errore maldestro di comperare voti in vista delle elezioni regionali del 2008 ha perso consensi a vantaggio di Wolff che con i suoi quarantasette anni è il più giovane tra i contendenti. Secondo un sondaggio reso pubblico dalla rete televisiva Zdf, Wulff è secondo nelle preferenze dopo il ministro degli Esteri Steinmeier.
Diversamente da altri partiti del centro destra, i conservatori tedeschi hanno deciso di aprire le porte a “non credenti, fedeli aderenti ad altre religioni, alle coppie di fatto ed anche entro certi vincoli alle unioni omosessuali. Della rivoluzione in corso se ne discuterà al prossimo congresso della CDU. L’apertura ai non credenti e ai fedeli di altre religioni nega un valore costitutivo della CDU: l’adesione ai valori cristiani. Tale scelta distanzia nettamente la CDU dalle posizioni teocon di Washington.
In secondo luogo, l’apertura alle coppie di fatto mette in crisi il primato della famiglia difeso prima da Adenauer e poi dai suoi eredi, da Ludwig Erhard a Kiesinger fino ad Helmuth Kohl. Secondo i nuovi vertici del partito, “coppie e unioni eterosessuali di fatto, vanno trattate meglio, sepcie se con figli a carico, anche dal punto di vista fiscale”. Dichiarazione importante alla luce di un sistema tributario tedesco che attraverso lo splitting favorisce le famiglie ufficiali. Se solo un coniuge lavora, il reddito imponibile é dimezzato nel calcolo dell’Irpef.
In terzo luogo, l’apertura ai gay fatta dal segretario generale Ronald Pofalla – “Non vogliamo equiparare le coppie omosessuali, né riconoscere loro il diritto d’adozione ma non dimentichiamo che siamo il partito della tolleranza: dobbiamo rifiutare ogni discriminazione” mostra un volto inedito del partito (4).
La CDU, commenta il Die Welt é a caccia di nuovi elettori perché quelli tradizionali non bastano più. Infine, verrebbe cancellato l’articolo tre dell’attuale programma che ricorda la figura di Adenauer e le sue scelte di fondo basate sull’adesione ai valori cristiani e famiglia.
Resta ora da vedere come l’alleato CSU reagirà al tentativo della CDU di contrastare la caduta nei sondaggi.
(1) P.Dausend, Die Ostdeutsche mit dem Herz für Schwache, in Die Welt, 20 novembre 2006, pag.1.
(2) Die Redaktion, Kanzler geschwächt, in Süddeutsche Zeitung, 19 novembre 2006, pag.1.
(3) Die Redaktion, Verdrossenheit ist spürbar, in Die Welt, 19 novembre 2006, pag.1.
(4) La Redazione, Berlino, la CDU apre a islamici e atei, in Repubblica, 26 ottobre 2006, pag. 25; La Redazione, Il presidente UdC: sbagliato cancellare Adenauer, in Repubblica, 26 ottobre 2006, pag. 25.