Animali. Caccia alle balene: ambientalisti salvano circa 200 cetacei
13 Aprile 2009
di redazione
Braccate anche quest’anno dalle navi degli ambientalisti radicali di Sea Shepherd, le baleniere nipponiche hanno fatto ritorno nell’arcipelago con un bottino più magro del previsto per la stagione di pesca 2008/09 appena conclusa, riuscendo a catturare in tutto 680 cetacei contro i 900 fissati in partenza.
Secondo quanto riferito a Tokyo dall’agenzia nazionale per la Pesca, le navi del Sol Levante hanno catturato 679 esemplari della specie Minke e uno solo di balena Fin, contro un obiettivo previsto rispettivamente di 850 e 50 unità.
La flotta giapponese, composta da sei baleniere, tre delle quali rientrate oggi nel porto meridionale di Shimonoseki, era partita per l’oceano Antartico lo scorso novembre a caccia di balene da studiare secondo il cosiddetto programma a "fini scientifici", ma tre navi hanno dovuto far ritorno in anticipo in seguito agli scontri in mare aperto con gli attivisti di Sea Shepherd.
Alla base del bottino inferiore alle attese, tuttavia migliore di quello dello scorso anno (551 cetacei contro un obiettivo di 900), l’agenzia della Pesca indica il lungo periodo di inattività delle navi, in tutto 16 giorni, a causa del cattivo tempo e delle incursioni degli ambientalisti.
La pesca commerciale delle balene, messa al bando dalla Commissione internazionale sulle balene nel 1986, è stata perpetuata dal Giappone con l’espediente della cosiddetta "caccia a fini scientifici", che permette al Sol Levante di pescare un migliaio di cetacei l’anno.