Anm, linciaggio mediatico ma a senso unico
23 Agosto 2013
Il presidente dell’Anm Sabelli se la prende con "il susseguirsi di articoli di stampa e di servizi televisivi contenenti gravi offese a singoli magistrati e inaccettabili attacchi all’intero ordine giudiziario, giunti fino alla redazione di elenchi di magistrati, che evocano liste di proscrizione". Le liste di proscrizione non ci sono mai piaciute ma nel "susseguirsi" Sabelli ci mette anche la libera stampa che fa il pelo al Giudice Esposito? "Tale strategia giornalistica, che ricorre anche alla diffusione di notizie grottesche e ripropone argomenti vecchi e già ripetutamente smentiti rivela la sua natura di operazione strumentale, fondata sull’uso sistematico di argomenti falsi e gravemente diffamatori, volti a screditare la magistratura e l’operato di singoli magistrati, con una gravità e un’intensità tali da assumere le caratteristiche di un vero e proprio linciaggio mediatico", continua l’Anm, "Ciò avviene in collegamento con la conclusione del processo Mediaset, con l’evidente finalità di sminuire gli effetti di una sentenza definitiva e nel pervicace tentativo di neutralizzare le conseguenze della stessa, con grave compromissione dei principi fondamentali sui quali si basa lo Stato di diritto". Che giudici e magistrati possano criticare la stampa, nessun problema. Il meglio della dialettica di un Paese sta in questo fronteggiarsi dei poteri di uno Stato, compreso il quarto potere. Ma ci chiediamo solo una cosa. Quando torrenti di intercettazioni venivano passate ai muckraker delle redazioni giornalistiche perché le pubblicassero, quando sapevamo vita morte e miracoli degli indagati un altro po’ prima che ne fossero informati loro, quelle, secondo l’Anm erano forme di "linciaggio mediatico" oppure no? Qualcosa non torna nel racconto italiano dei rapporti tra stampa e magistratura.