AnnoZero, la messa in scena di Santoro sul caso Forleo
21 Dicembre 2007
“Vieni, Clementina. Accomodati sul
divano che ti devo parlare di una questione delicata…”. La Gip di Milano –
nella docufiction che supera la
realtà, sceneggiata da Sandro Ruotolo, e che è andata mandata in onda ieri sera
nell’ultima puntata del 2007 di ‘AnnoZero’ – è l’attrice Sabrina Pellegrino.
La quale si siede al cospetto del suo
“vecchio amico Mario Blandini”, il procuratore generale di Milano che l’ha
vista crescere fin da quando era il suo capo all’ufficio Gip, per sentirsi
dire: “Senti, ha chiamato D’Alema… Non me direttamente, ma ha chiamato. È
preoccupato che vengano depositate telefonate di carattere privato. Attenta, se
vengono fuori, ti faranno a pezzi…”.
Nella prima serata ieri, gli
italiani, appena due ore dopo il confronto tra il giudice Forleo e il pg
Blandini, sentiti nel pomeriggio dai pm di Brescia, hanno così potuto sentire
con mezzi suggestivi solo la ‘Clementina’s
version’.
A verbale, infatti, la Gip aveva a
suo tempo messo il fatto che “D’Alema è preoccupato” e per questo – forse “per
il tramite del senatore D’Ambrosio che si è rivolto agli ex colleghi Greco e
Bruti Liberati” – avrebbe cercato di interferire con il giudice delle scalate
bancarie del 2005”.
Al giornalista che entra in scena,
la verità altra, quella di Blandini, viene esposta invece in maniera asettica.
Senza sceneggiatura: “Non mi ha telefonato D’Alema, non mi ha telefonato
nessuno. Chi mi conosce sa bene che non sarebbe servito a nulla. Sì, la Forleo
l’ho incontrata per darle dei consigli amichevoli, per raccomandarle di
selezionare bene le parti penalmente rilevanti da tutto il resto…
Sinceramente mi sembra che alla dottoressa Forleo fossero saltati un po’ i
nervi”. Non bisogna essere Mc Luhan per capire quale messaggio è passato con
questi mezzi. Anzi mezzucci.
Insomma, un fine 2007 con il botto per la trasmissione
televisiva ‘AnnoZero’ e per il suo ormai “leggendario” conduttore Michele
Santoro. Il copione che i finti protagonisti della vicenda hanno recitato era
ovviamente già scritto: tutto preso di peso dalle intercettazioni telefoniche
depositate a suo tempo dalla gip di Milano che adesso il Csm vorrebbe
trasferire. Insomma tutti gli ingredienti per rendere la trasmissione un caso e
per fare polemiche da qui al prossimo 31 gennaio quando’ AnnoZero’ tornerà in
onda dopo la pausa “panettone e brindisi”. Nel frattempo ci sarà stato il
plenum del Consiglio superiore della Magistratura che il prossimo 17 gennaio,
salvo complicazioni, dovrebbe decidere il futuro e il destino della magistrata
in questione.
Alcuni spunti di come si metterà la puntata, lo staff di ‘AnnoZero’ li hanno addirittura anticipati via newsletter, un po’ come fanno i
settimanali “Espresso” e “Panorama” il giorno prima dell’uscita del numero. Eccone
uno: “Clementina Forleo aveva
denunciato proprio ad Annozero le pressioni politiche e istituzionali subìte
nel corso del procedimento sulle scalate bancarie che vedeva coinvolti, tra gli
altri soggetti, l’Unipol, e nelle intercettazioni telefoniche i leader dei Ds
D’Alema e Fassino. Può un componente del Csm definire ‘cattivi magistrati’
proprio coloro su cui l’organismo di autogoverno della magistratura deve ancora
pronunciarsi? E chi ha interesse che vengano giudicati tali?”.
E ancora: “È vero, come ha detto la Forleo ad
Annozero, che quando il re è nudo e si ha il coraggio di denudarlo, dove per re
intendo i poteri forti, il potere politico, il potere economico e lo stesso
potere giudiziario, il giudice è solo?”. Infine una domanda retorica: “Le libere opinioni di un magistrato da sole
bastano a ledere il prestigio della Magistratura?”.
In pratica si è
avuta in studio una vera e propria simulazione del processo disciplinare che la
Forleo deve ancora subire al plenum del Csm, con la non piccola furbizia di
indicare ai telespettatori come “potenzialmente incompatibili” quei membri
dell’organo di autogoverno dei giudici che si sono già pronunciati in senso
sfavorevole alla Gip milanese con la stampa. C’è da giurare che questa
trasmissione riuscirà a sparigliare ancora una volta le carte in tavola, che
sembravano ormai tutte contro la Forleo.
In studio a commentare la sceneggiata di Ruotolo e Santoro ci stavano, ridotti al ruolo di
semplici spalle, alcuni politici italiani. Come comprimari invece abbiamo
ammirato altri opinionisti all’italiana. Nella prima categoria dello spirito
Alfredo Mantovano di An e Massimo Brutti del Partito Democratico, anche loro
imputati inconsapevoli del processo mediatico allegato alla docufiction. Nella seconda categoria,
invece, gli scrittori Antonio Tabucchi e il giurista Franco Cordero,
l’immancabile Marco Travaglio e il giornalista de “L’espresso” Paolo Biondani.
Tutti aspiranti pubblici ministeri dell’antipolitica e difensori di ufficio
delle ragioni di “Clementina la perseguitata”. Per certi versi a qualcuno potrà
essere sembrata una specie di riunione di redazione di “Micromega” allargata ai
bersagli politici del periodico bimestrale.