Antologia di sessant’anni di giovane passione politica

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Antologia di sessant’anni di giovane passione politica

08 Marzo 2009

La giovane destra si racconta in un libro. Sessant’anni di gioventù politica, di energie spese per ideali, più di mezzo secolo trascorso come protagonisti, abnegati e invisi a molti. Mancava nel panorama politico e nella vasta letteratura del centrodestra una antologia del genere, che ripercorresse oltre mezzo secolo di dinamiche giovanili militanti, ardori passati dalla Fiamma al Pdl, dalla lotta extraparlamentare alla presenza in Consiglio dei Ministri, dal Fuan alla lotta armata.

E’ la storia di giovani  diventati prima adulti e  poi leader, ma anche più semplicemente di brutti voti a scuola, di brillanti carriere andate in fumo e ritardate, o più drammaticamente di vite spezzate nella stagione sanguinaria degli anni di piombo. Il termine militanza è una cornice dello spirito all’interno della quale c’è la biografia di migliaia di giovani italiani.

Ma per comprendere meglio il significato de “la Fiaccola tricolore” (Nuova Stampa Bari, 13 euro) e le oltre trecento pagine che compongono il  lavoro di Fabrizio Tatarella,  va prima spiegato il ruolo che la componente giovanile dei movimenti di destra ha avuto negli anni. Dai primi comizi di Roberto Mieville, ai campi Hobbit dei giovani missini , o gli appuntamenti di Atreju di Azione giovani tutte realtà che si sono sempre rapportate con la casa madre in modo diverso rispetto alle componenti giovanili degli altri partiti, e lo spiega bene Gianni Alemanno, di cui è pubblicato un intervento all’interno del libro.

In poche ma puntuali righe il sindaco di Roma precisa come in nessun altro partito politico la militanza dei giovani sia stata così importante, per peso politico, creatività culturale, capacità di formare quadri dirigenti. Secondo Alemanno nemmeno la tanto decantata Fgci del Partito Comunista, fatte le debite proporzioni, può reggere il paragone: “la sua capacità di incidere nel partito di riferimento è stata infinitamente minore di quella esercitata dal nostro Fronte”.

A questa forza hanno contribuito in modo determinante il fascino sui giovani dei valori della destra, ma soprattutto le condizioni durissime in cui per decenni è vissuta la militanza missina. Forgiata da questa palestra di vita per la giovane destra c’è un’altra sfida: la sfida del fare. A lanciarla è una giovane donna come Giorgia Meloni, oggi Ministro della Gioventù, anch’ella presente con una sua testimonianza nell’antologia. Senz’altro utili a capire la destra giovanile e il suo sviluppo negli anni sono i contributi presenti nel volume da parte di Maurizio Gasparri, Massimo Anderson, Pietro Cerullo, Giuseppe Tagliente, Angelo Mellone, Italo Bocchino, arricchiti dall’intervista finale a Gianfranco Fini.

Il lavoro di Fabrizio Tatarella, nipote di Pino, di cui ricorre quest’anno il decennale della scomparsa, arriva forse al momento giusto. Essere giovani oggi non è facile. Ma non lo era nemmeno ieri. Di certo fare politica a destra oggi è più semplice, ma di contro la politica, quella con la P maiuscola, ha perso fascino. Fuoriuscendo da ogni qualunquismo e ignorando le scontate tesi della sociologia annacquata i giovani di oggi non sono né migliori né peggiori di quelli di ieri. E’ vero però che vivono realtà diverse e affrontano problemi del XXI secolo che i loro coetanei trent’anni fa mai si sarebbero sognati di affrontare.  Essere giovani  non rappresenta un titolo di merito e non comporta alcun diritto fondamentale. Ma di certo non deve rappresentare uno svantaggio.

La speranza è che i giovani di questo nuovo secolo, distaccati, disincantati e delusi dalla politica possano, leggendo queste pagine, scoprire che è esistita una comunità che aveva un modo, altro, differente e alto, di concepire la politica.