Appalti. Bondi e Matteoli smentiscono notizie su conti esteri

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Appalti. Bondi e Matteoli smentiscono notizie su conti esteri

21 Maggio 2010

"Mai avuto conti aperti né disponibilità in banche estere". Ad affermarlo è stato oggi il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli per smentire la notizia che in mattinata era trapelata sulle pagine di alcuni quotidiani secondo la quale ci sarebbe un conto riconducibile al Ministro in una banca operante nel Lussemburgo.

"Quanto riportato da alcuni quotidiani – ha detto Matteoli – è quindi assolutamente falso e calunnioso, specie per me che all’estero non ho mai messo piede in una banca. Ho già dato mandato al mio legale di proteggere il mio buon nome in ogni sede".

Il nome di Matteoli era emerso nell’ambito dell’inchiesta sui "Grandi eventi" in relazione al coinvolgimento di un suo collaboratore, Ercole Incalza, capomissione delle Infrastrutture. Incalza, secondo i magistrati perugini, sarebbe stato indiretto destinatario di una serie di assegni circolari da 10mila euro l’uno, per un totale di 520mila euro, versati dall’architetto Angelo Zampolini.

Anche il ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi, citato da alcuni quotidiani come persona coinvolta in movimenti sospetti di denaro all’estero, ha preso posizione: "Sapevo di vivere in un paese barbaro e incivile almeno per le persone oneste, ma non fino a questo punto". Secondo Libero infatti, il nome del ministro figurerebbe in un’ inchiesta su movimenti bancari transitati per una filiale di Unicredit a Lussemburgo. "Comunque – ha concluso Bondi – in riferimento alle notizie riportate oggi sui quotidiani Libero e Il Fatto, gli autori delle calunnie ne risponderanno presto in tribunale".

Il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi (Pdl) ha espresso solidarietà a entrambi i ministri. "Continua lo stillicidio di indiscrezioni e nomi – ha detto Lupi – sbattuti in prima pagina in maniera arbitraria. Una barbarie inaccettabile per qualsiasi Paese democratico. Esprimo tutta la mia solidarietà ai ministri Bondi e Matteoli, finiti senza motivo nel tritacarne mediatico-giudiziario. Purtroppo – ha poi concluso – c’è chi continua a non capire che in questo modo si fa un pessimo servizio al Paese".