Appalti e sanità, il centro-sinistra pugliese nel mirino della Procura
30 Luglio 2009
30 luglio, iniziano le ferie estive un po’ per tutti. Eppure in Puglia non tutto si è fermato: in questa giornata così torrida i Carabinieri baresi hanno acquisito i bilanci dei partiti politici del centrosinistra regionale (PD, Socialisti-Autonomisti, PRC, Sinistra e Libertà e Lista Emiliano), nell’ambito dell’indagine condotta dal PM Desirè Digeronimo sul presunto intreccio tra politica e affari nella gestione degli appalti pubblici sanitari.
L’attività investigativa mirerebbe a verificare la presunta contiguità tra alcuni personaggi legati al centrosinistra e la criminalità organizzata barese. I partiti in questione, dal 2005 ad oggi, avrebbero favorito determinati imprenditori a cui avrebbero affidato appalti e servizi nel settore sanitario finanziati con denaro pubblico. Gli imprenditori, a loro volta, avrebbero girato parte del denaro ottenuto ai partiti del centrosinistra, finanziandoli.
Nel provvedimento con cui il PM Digeronimo ha ordinato le acquisizioni presso le sedi partitiche viene ipotizzato formalmente il reato di voto di scambio (art. 96 Dpr 361/56) e, a quanto si apprende, anche questa ipotesi investigativa si baserebbe su intercettazioni telefoniche. Durante le acquisizioni sono stati raccolti anche documenti che riguardano l’ex Assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco, da pochissimo divenuto Senatore della Repubblica. Le ipotesi di reato sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla concussione, al falso, alla truffa e per alcuni reati si ipotizza l’aggravante di aver favorito un’associazione mafiosa.
Contestualmente i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito perquisizioni e sequestri di documenti che, invece, riguarderebbero l’indagine del PM Giuseppe Scelsi su presunti casi di corruzione nelle forniture di protesi al reparto di neurochirurgia del Policlinico di Bari diretto dal Prof. Pasqualino Ciappetta. Da quanto si apprende in ambienti investigativi, vi sarebbero state diagnosi forzate per prescrivere determinate terapie, al fine di acquistare un numero rilevante di protesi vertebrali dalle società dell’imprenditore barese Giampaolo Tarantini. Il prezzo si aggirerebbe intorno ai 18.000 e i 30.000 euro per protesi.
Molto critico Daniele Capezzone, portavoce del Popolo della Libertà, che chiarisce: "Gli improvvidi (e a questo punto patetici) preannunci di ‘scossa’ di Massimo D’Alema e la canea politico-giornalistica scatenata contro il centrodestra non basteranno a coprire il vero (e unico) caso di queste settimane.
Eppure il PDL continuerà ad avere un atteggiamento garantista, come ha sempre fatto in passato".
Sulla stessa linea di Capezzone circa la necessità di avere un atteggiamento garantista c’è anche Gaetano Quagliariello, Vice Presidente vicario dei Senatori del PDL che aggiunge: “Quel che in questa situazione non si può tacere è l’evidente fallimento politico della giunta Vendola, nata e proliferata in aperta opposizione a un tentativo serio e responsabile di razionalizzazione della sanità in Puglia messo in atto dalla precedente amministrazione di centrodestra. Sul fronte giudiziario attendiamo dunque le determinazioni della magistratura, e da parte nostra non verrà mai una sola parola di speculazione. Ma sul fronte politico, per decretare la sconfitta del centrosinistra pugliese non c’e’ bisogno di alcun tribunale. La realtà – conclude Quagliariello – è sotto gli occhi di tutti".
Il Presidente della Regione, Nichi Vendola, ha affermato che: “Tutte le attività che producono controllo della legalità devono essere sempre benvenute”, anche se da più parti si richiedono le sue dimissioni, essendo mancato in quattro anni di governo regionale proprio quel controllo di legalità a cui lo stesso Vendola fa oggi riferimento.
Sulla possibilità di rimpasto della Giunta regionale formata poche settimane fa Vendola è categorico: “Assolutamente no. Credo che siamo sereni, dobbiamo essere sereni: i partiti – ha aggiunto – devono rispondere per quello che viene loro concretamente addebitato. Relativamente ai partiti che hanno coinvolto direttamente la mia persona posso escludere con tranquilla coscienza qualunque ipotesi di coinvolgimento in fatti illeciti. Rifondazione comunista è un partito, Sinistra e Libertà, nata da pochi mesi, non è neanche un partito, è una lista, è un cartello elettorale e le liste elettorali – ha spiegato Vendola – non hanno gli stessi obblighi di legge dal punto di vista della presentazione dei bilanci". Non avranno gli stessi obblighi di legge ma la giustificazione del governatore pugliese suona come una autoassoluzione un po’ preventiva.