Applausi e lacrime per l’ultimo saluto a don Gianni Baget Bozzo

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Applausi e lacrime per l’ultimo saluto a don Gianni Baget Bozzo

11 Maggio 2009

Una poesia, come l’ultima carezza prima dell’ultimo viaggio. “Ai confini del tempo” il titolo. L’aveva scritta don Gianni Baget Bozzo, nel giugno 1972. La stessa poesia che stamani nel corso della cerimonia funebre è stata letta da Alessandro Gianmoena, assistente del prete-politologo scomparso venerdì scorso all’età di 84 anni nella sua casa a Genova.  La salma del sacerdote è stata composta in una bara posata sopra un tappeto al centro della chiesa del Sacro Cuore e San Giacomo, nel quartiere popolare di Carignano, a pochi passi dalla casa dove aveva sempre vissuto.  

La messa è stata officiata dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, con numerosi sacerdoti tra i quali don Andrea Gallo, il prete di strada, da sempre amico-avversario di don Gianni. In chiesa, accanto ai familiari di Baget Bozzo, non hanno voluto mancare esponenti politici nazionali e locali  tra i quali i ministri Bondi e Scajola, il sottosegretario Stefania Craxi, il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto, il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello, il leader Udc Pierferdinando Casini, oltre alle autorità cittadine: dal sindaco del capoluogo ligure Marta Vincenzi al presidente della Regione Claudio Burlando.  Assente, invece, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

“’Scrittore fecondo e non banale, fu termine di confronto per molti in Italia – ha osservato Bagnasco nell’omelia – Il cardinale Siri ne riconobbe da sempre le doti di intelligenza e cultura. Ma anche di fede e preghiera. Ciò non gli impedì, purtroppo, di percorrere alcune strade in palese contrasto con la disciplina della Chiesa, fino a dolorosi provvedimenti che la grande e affettuosa paternità dell’Arcivescovo dovette assumere, e che prontamente cessarono appena vennero meno alcune oggettive circostanze. Oggi, nella luce di Dio, tutto si chiarisce e si purifica”.

Accanto all’altare centrale, tantissime corone di fiori. Svettano quelle dei presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani,  ed una composta solamente con garofani rossi di Citta’ sociale, dedicata ”a un grande socialista”.  Grande commozione tra la gente che ha voluto porgere l’ultimo saluto al sacerdote genovese con la passione per la politica. “E’ stato un grande protagonista della politica – ha affermato don Gallo – ma soprattutto un grande protagonista della Chiesa. Fra di noi c’erano continui confronti, non scontri. Oggi sono qui per abbracciarlo ancora una volta, pregando insieme a lui per un’Italia un po’ piu’ democratica che riscopra i suoi grandi valori cristiani e democratici”. Per Bondi, Scajola e Cicchitto, don Gianni è stato”’un grande punto di riferimento per la politica italiana”.

Stefania Craxi lo ha definito “l’intelligenza più lucida che ha attraversato la repubblica” mentre Casini lo ha ricordato come “uomo dalle posizioni originali”. Quagliariello ha ricordato la condivisione “delle stesse scelte per trent’anni. Questo è il motivo che ci ha tenuto in contatto e io credo sia una grande perdita per il Pdl che in qualche modo è stato il coronamento della sua azione e alla quale ha dedicato tutta la sua passione. La sua linea di pensiero è di un’ incredibile coerenza, dagli anni Sessanta fino ad oggi”.

Quando il feretro è uscito dalla chiesa, la folla ha tributato al prete-politologo un lungo applauso. L’ultimo saluto a don Gianni.