Aree interne, sindaco Biondi: L’Aquila sempre più laboratorio di sviluppo economico e sociale

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Aree interne, sindaco Biondi: L’Aquila sempre più laboratorio di sviluppo economico e sociale

Aree interne, sindaco Biondi: L’Aquila sempre più laboratorio di sviluppo economico e sociale

18 Novembre 2023

“Un’importante occasione di confronto – grazie alla Fondazione Magna Carta – sulle nuove opportunità di sviluppo delle aree interne dell’Appennino centrale e una riflessione sulla montagna percepita solitamente come un limite”, lo dice il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nel corso dei lavori di A Cesare e a Dio, l’evento istituzionale della Fondazione che quest’anno è dedicato al rapporto tra demografia e aree interne.

“Oggi, fortunatamente, c’è un approccio diverso: all’Aquila abbiamo invertito lo sguardo, dimostrando sul campo che la marginalità non va considerata residuale, ma terreno strategico per vincere le sfide future. Innovazione, cultura, turismo e formazione, non a caso, sono parte integrante della ‘Carta dell’Aquila. Manifesto per le città delle aree interne’, promossa nel 2019 insieme ai sindaci di Ascoli Piceno, Avellino e Carpi, alla guida di contesti feriti e alle prese con la rinascita”.

“Abbiamo lavorato su questo solco e la nuova città che si va delineando è moderna, europea, smart, inclusiva, con una forte vocazione turistica e culturale, una città vivibile e, soprattutto, fortemente legata ai piccoli Comuni del circondario, dai quali prende e fornisce linfa. La cultura – che ci porta a concorrere come Capitale italiana per il 2026 – è stata l’intuizione vincente, nata da una visione ben precisa fondata sul rilancio della città attraverso la rilettura creativa della memoria e l’esaltazione dei valori religiosi, come forme di progresso civile e di attrazione turistica”.

“L’Aquila, che per anni è stata in credito di emozioni, si va sempre più caratterizzando come un laboratorio di idee. Esserne il sindaco è senza dubbio un scuola di vita, sia perché ogni risultato è una conquista fatta di lacrime e sangue, sia perché ti rendi conto che da solo non vai da nessuna parte, che i campanilismi devono essere messi da parte e che bisogna marciare compatti sotto un’unica bandiera”, conclude Biondi.