ArteOlio, un progetto che punta alla sostenibilità

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ArteOlio, un progetto che punta alla sostenibilità

ArteOlio, un progetto che punta alla sostenibilità

16 Gennaio 2024

Settecento ettari, tra il mare e i parchi naturali della maremma Toscana, a Grosseto, per la produzione olivicola di ArteOlio, start up nata nel 2019 dal progetto di Augusto Lippi e Riccardo Schiatti (nella foto), per produrre, con oltre un milione di piante, olio extra-vergine di oliva 100% italiano di altissima qualità, esclusivo e realmente sostenibile.

Da che idea nasce il vostro progetto?

«ArteOlio nasce dall’osservazione del costante declino del settore olivicolo italiano in termini di produzione, ma allo stesso tempo della forza del marchio “Made in Italy”, tanto che in Italia viene imbottigliato molto più olio con marchi italiani, di quello che viene prodotto» spiega Riccardo Schiatti. «In parallelo, abbiamo costatato l’esistenza e la robustezza operativa di un approccio agricolo alla olivicoltura radicalmente diverso da quello tradizionale, un approccio che mette al primo posto la sostenibilità economica ed ambientale, ormai inseparabili, e già ampiamente adottato in alcuni Paesi come la Spagna e il Portogallo, dove l’olivicoltura è un settore agricolo rilevante ed è quindi soggetto a innovazione per assicurarne la competitività nel tempo» aggiunge l’ad di ArteOlio.

Dalla prima intuizione dell’attuale Presidente Augusto Lippi e dal successivo lavoro di sviluppo del business dell’Amministratore Delegato Riccardo Schiatti è nato il progetto ArteOlio che mira a produrre olio extravergine di alta qualità, sostenibile, da una filiera produttiva totalmente integrata. Tanto integrata da essere ricompresa interamente in un singolo progetto, dall’oliveto alla bottiglia a marchio ArteOlio.

«La qualità del prodotto che abbiamo in mente è a 360 gradi. Certamente è la qualità della materia prima, ma anche della confezione e della produzione che deve mirare alla sostenibilità ambientale, attraverso l’ottimizzazione dei processi, all’eliminazione degli sprechi, alla valorizzazione di tutti i sottoprodotti, alla minimizzazione dell’uso delle risorse naturali come l’acqua. Su questa idea abbiamo investito quasi 40 milioni di euro e l’obiettivo principale, come azienda, è naturalmente di remunerarli adeguatamente» prosegue Schiatti.

ArteOlio ha concluso da poco la sua prima raccolta e si affaccia per la prima volta sul mercato. A pieno regime, ArteOlio produrrà 1 milione di litri all’anno di olio di oliva di alta qualità, ricercando la piena valorizzazione del prodotto nelle nicchie di mercato più evolute, tanto in Italia, quanto nei mercati esteri, «dove l’olio extravergine di oliva italiano di alta qualità è maggiormente apprezzato e non è considerato una commodity» precisa Schiatti.

ArteOlio è appena diventata Società Benefit, confermando la propria attenzione alla creazione di valore per l’ambiente e la comunità. Sotto il profilo della sostenibilità quali sono le vostre strategie di breve e lungo periodo?

«Partiamo dalla fine: a lungo termine abbiamo l’ambizione di poter misurare l’impatto sull’ambiente delle decisioni che prendiamo (in termini di emissioni ad esempio) e per questo stiamo valutando dei progetti di ricerca, coinvolgendo le giuste competenze, che ci portino ad avere un modello di valutazione che metta in relazione decisioni, costi/benefici ambientali e risultati produttivi. Insomma, un modello decisionale che introduca in modo esplicito anche i costi e benefici per l’ambiente delle scelte che vengono fatte. Anche per questo abbiamo deciso di formalizzare l’impegno di ArteOlio per ciò che ci circonda trasformandoci in Società benefit, con tre direttrici di lavoro: qualità del prodotto, miglioramento dell’ambiente, creazione di valore per la comunità» spiega l’amministratore delegato.

Come prevedete di poter fronteggiare il cambiamento climatico e le ricadute – anche sotto il profilo dei rincari dei prezzi – sulle coltivazioni?

«Premesso che l’agricoltura per definizione subisce il meteo e una certa variabilità e incertezza vanno semplicemente accettate – altrimenti forse si è sbagliato settore – l’agricoltura moderna può contare su una serie di strumenti che possono mitigare la variabilità meteo e in parte i cambiamenti climatici. Tecnologia quindi, non solo nei sistemi e nelle attrezzature, ma anche nei processi decisionali. Le ricadute sui prezzi sono un tema che preoccupa meno a tendere, proprio perché ArteOlio è un progetto integrato che parte dagli oliveti e arriva all’olio imbottigliato» conclude Riccardo Schiatti.