Assad agita contro Israele lo spettro delle armi chimiche

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Assad agita contro Israele lo spettro delle armi chimiche

17 Dicembre 2012

Come in una spirale di orrore, adesso entrano sulla scena siriana anche i campi profughi palestinesi: è addirittura un bombardamento compiuto dai jet di Assad quello che ha colpito dentro una moschea del campo profughi di Yarmouk, alla periferia di Damasco, 25 ribelli che vi si erano rifugiati dopo aver tentato un’avanzata nella capitale. Sono stati tutti uccisi, e lo scontro nel campo aveva messo in fuga il famoso comandante del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, il duro e ormai anziano Ahmed Jibril. Era rimasto fedele ad Assad mentre il capo di Hamas Khaled Mashaal se ne era andato in cerca di altri sponsor. 



La strage della moschea con i jet è un ennesimo tassello che spinge il mondo a prepararsi a cacciare il tiranno da Damasco, anche se il futuro appare molto problematico dato che anche i ribelli sono macchiati da episodi di ferocia, e dato che Assad ha sempre dalla sua Russia ed Iran. L’Iran ha anche minacciato una “terza guerra mondiale a causa dei patriot che la Nato ha dispiegato lungo il confine fra Turchia e Siria. La Siria è ormai uno scandalo continuo con i suoi 43mila morti, le incessanti denunce di orrori. Venerdì alla riunione dei leader europei è stata confermata l’intenzione di “appoggiare e aiutare l’opposizione e permettere un maggior sostegno alla protezione dei civili”. Deciderà come la conferenza dei Ministri degli Esteri dei Ventisette: potrebbero allentare l’embargo sulle armi ai ribelli e persino fornirgliene. Angela Merkel sostiene che di forniture di armi non se ne parla, ma David Cameron, il premier britannico; dice che “l’inoperosità non è un’opzione”; Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio Europeo sostiene che “l’UE ha il dovere di intervenire perché sono in giuoco vite innocenti”. Il clima somiglia a quello che precedette l’intervento in Iraq. Il possibile “smoking gun”, la pistola fumante, è stata identificata da Obama nelle armi chimiche di Assad che egli starebbe muovendo, preparando, persino usando in piccoli quantitativi (è per ora una incerta rivelazione, sul sito Zaman-alwsl, di un ex maggiore dell’esercito, circa la battaglia a Baba Amr). 



Ma la “linea rossa” si trova al di là delle atrocità di questi mesi, come la strage di alawiti compiuta ad Akrab dallo stesso esercito di Assad, alawita a sua volta; o le voci di massacri dei propri cari cui i bambini sarebbero costretti… terribile, sì, ma la “linea rossa”, dicono i ribelli, consente ad Assad di uccidere anche con i missili Scud come fa in questi giorni, finché non compie lo sgarro codificato. D’altra parte la Francia sembra stia già fornendo almeno il denaro per l’acquisto di armi; il fronte dei ribelli è stato riconosciuto ufficialmente come rappresentante del popolo siriano dagli USA e dall’Europa; i russi hanno un palese scontro interno sul prosieguo del sostegno al rais; sul confine turco sono pronti i missili Patriot. C’è odore di guerra. Ma l’idea sia di Obama che europea è, finchè si può, di aiutare i ribelli, non di entrare nel giuoco. A meno che non fumi la famosa pistola. Gli americani cercano precauzioni contro gli jihadisti mettendo fuori legge “Al Nusra”, il cui capo è Mustafa Abdelatif Saleh, cognato di Abu Mussa al Zarkawi, il vice di Bin Laden, ucciso nel 2006 in Iraq. 



Una notizia assai pericolosa è quella del controllo consolidato dai ribelli siriani nell’area di confine con Israele. L’esercito israeliano ora cerca di verificare che i grandi arsenali chimici di Assad non cadano nelle mani dei nuovi vicini, e Assad avrebbe intanto passato molte armi letali agli altri vicini, gli Hezbollah. Ahmad Slash, membro del parlamento siriano ha detto in tv: “Queste armi biologiche sono fatte per lo scontro con i nemici del Paese… ne abbiamo chimiche e biologiche, contro chi ha armi nucleari, noi abbiamo qualcosa di equivalente… che lo tengano bene in mente.” Chi? Sono molti a rifletterci in questi giorni.

Tratto da Il Giornale