Assedio a Mosul, Isis attacca Kirkuk. Nube tossica e bombe sul funerale
22 Ottobre 2016
La battaglia di Mosul prosegue. L’esercito iracheno avanza nella cinta di paesi attorno alla ‘capitale’ dello Stato islamico in Iraq, ma i jihadisti dell’Isis colpiscono Kirkuk, a circa duecento chilometri a sud-est di Mosul. A Kirkuk, i jihadisti hanno lanciato una serie di attacchi nelle ultime 48 ore, facendo almeno 80 morti, la maggior parte tra le forze della sicurezza irachene.
L’avanzata dell’esercito iracheno. La Nona divisione dell’esercito iracheno si è spinta su Hamdaniyah, e alzato una bandiera del governo di Baghdad sul compound del governo locale, ma i jihadisti resistono nelle zone limitrofe alla cittadina, a 20 chilometri da Mosul. Hamdaniyah è una città fantasma e le strade che portano a Mosul sono cosparse di mine che i genieri dell’esercito iracheno cercano di far brillare aprendo l’avanzata delle truppe regolari.
Più ci si avvicina all’obiettivo finale, più aumenta il numero dei cecchini e delle autobomba di Isis: a farne le spese un giornalista della tv irachena che ieri è stato ucciso da un cecchino nella zona a sud di Mosul. Due giorni fa, un altro reporter di una tv irachena ha perso la vita mentre raccontava cosa stava accadendo a Kirkuk.
A Kirkuk gli assalti di Isis continuano. La strategia dei terroristi, colpire e seminare panico e morte a Kirkuk, grosso centro a 170 chilometri da Mosul, serve a creare un diversivo spostando l’attenzione da Mosul sull’altra città irachena. Secondo la polizia locale, 80 persono sono state uccise durante gli attacchi dei jihadisti, in prevalenza personale delle forze di sicurezza curde. 170 i feriti. 56 i corpi dei jihadisti morti ritrovati in queste ore.
Bombe sul funerale. Dopo l’assalto a Kirkuk, un bombardamento ha colpito la processione di un funerale nella città di Daquq, nel sud dell’Iraq, uccidendo 17 persone, la maggior parte donne e bambini, e ferendone altre 50. Secondo fonti locali, non è chiaro chi ha lanciato le bombe e sul caso è stata aperta una indagine. Il ministero della difesa russo accusa la Coalizione guidata dagli Usa di “crimini di guerra”. Il comando americano a Baghdad non ha commentato la notizia.
Impianti industriali in fiamme. Un impianto industriale a Sud di Mosul è stato distrutto dai miliziani dello Stato islamico, rilasciando nell’aria sostanze tossiche. Le sostanze fanno respirare con difficoltà i civili della zona, che mostrano segnali preoccupanti di salute, tosse, febbre, mal di testa nell’arco di trenta chilometri dalla zona colpita.
Tensioni tra il governo della Turchia e quello dell’Iraq. Il segretario alla Difesa Usa, Ash Carter, è stato in visita a Baghdad e sui luoghi della offensiva, cercando di mediare tra il governo iracheno e quello turco: Baghdad infatti non accetta la presenza di 500 militari turchi in una base nei pressi di Mosul, chiedendo che eseguano una ritirata tornando in Turchia. Ankara rifiuta di spostarli. Secondo il premier iracheno, al-Abadi, quella di Mosul è una “battaglia irachena” e non c’è bisogno dell’aiuto della Turchia.