Astuti come colombe, i Saggi hanno una sola chance
01 Aprile 2013
In Olanda ci sono voluti 40 giorni per trovare un accordo tra liberali e socialisti, in Italia il pidiellino Fabrizio Cicchitto dice che ne dovranno bastare 10, mentre esponenti di primo piano dei diversi partiti e numerosi commentatori della stampa remano contro per opposte ragioni.
Per il Pd parla Franceschini che definisce quella dei saggi una "scelta non risolutiva". I Democrats continuano a sperare nel "governo di cambiamento" ma ormai sono divisi al loro interno e gli serve tempo per riorganizzarsi.
Il capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, non si esalta all’idea di tenere ancora in sella Monti, mentre Grillo se la prende con "le badanti della democrazia". Caos nella stampa, con l’Espresso che titola "Vincono Pdl e Grillo", il Fatto Quotidiano che per bocca di Peter Gomez evoca la "restaurazione" e il Giornale che in un editoriale del direttore Sallusti denuncia il "golpe" Napolitano.
Ma capiremo presto se il Presidente della Repubblica è riuscito a gettare le basi del "suo" governo, quelle larghe intese rappresentate sul versante istituzionale dai nomi di Onida, Mauro, Quagliariello e Violante, estratti dai partiti e soprattutto tra quanti nel 2012 hanno lavorato per il dialogo.
Il perno sul quale ruota il disegno è la nuova legge elettorale (oltre agli improrogabili provvedimenti economici), si riparte quindi dall’accordo cercato ma non trovato lo scorso anno, un modello elettorale "misto" tedesco-spagnolo.
Il risultato delle urne ha dimostrato che dare un fortissimo premio di maggioranza come quello previsto dal Porcellum a forze politiche che hanno preso sì e no il 30 per cento dei voti non contribuisce alla governabilità.
Da qui la proposta avanzata lo scorso anno dal Pdl, "premietto" al primo partito e un modello che distribuisca i seggi parlamentari prevalentemente in senso proporzionale pur lasciando in vita, ma ridimensionati, i listini bloccati.
Poi le cose si complicarono perché il Pd fece capire che il "premietto" poteva essere spartito fra i vincitori di una coalizione e dunque tra quanti avessero sottoscritto un programma elettorale. Iniziò un balletto di cifre sulla soglia per il premietto e il relativo numero dei segi, fino allo stallo.
Non sono pochi gli osservatori che hanno criticato il Pd di aver sempre sparato a zero sul Porcellum sfruttandone però fino alla fine i vantaggi… Ma adesso la situazione è cambiata e se i Saggi vogliono cogliere l’opportunità offerta dal Capo dello Stato dovranno essere "astuti come colombe".