Attentato a Gerusalemme, Hamas esulta per l’attacco (e l’Unesco che dice?)
14 Luglio 2017
Per oggi la Spianata delle moschee di Gerusalemme rimarrà chiusa. Lo ha deciso la polizia israeliana dopo l’attentato commesso da Hamas, l’organizzazione terroristica palestinese che controlla la striscia di Gaza, nel cuore della città vecchia. I tre assalitori sono rimasti uccisi quando gli agenti hanno risposto al fuoco. L’attacco è avvenuto a uno degli ingressi al Monte del Tempio. I tre terroristi sono arrivati sul luogo sacro armati di fucili e pistole e, mentre si avvicinavano alla porta dei leoni, hanno aperto il fuoco alla vista degli agenti di polizia israeliani. Sono quindi fuggiti verso le moschee nel complesso del Monte del tempio, inseguiti dalla polizia, che li ha successivamente neutralizzati.
Secondo quanto confermato dal portavoce della polizia, Micky Rosenfeld, sono morti due dei tre poliziotti israeliani rimasti feriti – appartenevano alla minoranza drusa. Dall’ottobre 2015, quando è iniziata la cosiddetta “Intifada dei coltelli”, sono oltre 40 gli israeliani rimasti uccisi in attacchi di questo tipo. Hamas ci ha tenuto a sottolineare che “l’attacco è stato la reazione naturale al terrore israeliano e all’offesa alla moschea al-Aqsa, e una prova della resistenza all’occupazione da parte del popolo palestinese”. Insomma, nei suoi atti di terrore Hamas si sente legittimata dalle recenti decisioni dell’Unesco, l’organizzazione delle Nazioni Unite che ha definito “luoghi palestinesi” i siti sacri all’ebraismo.
Intanto arriva la notizia che la polizia israeliana ha arrestato il grande mufti Muhammad Hussein di Gerusalemme a seguito dell’indagine dopo l’attentato. E con lui anche il predecessore del Gran Mufti, Ekrima Sabri. L’ultima volta in cui il complesso del Monte Tempio fu chiuso, fu dopo il tentativo di assassinio di Yehudah Glick, membro della Knesset.