Attentato ad Ankara: governo turco sotto accusa
23 Maggio 2007
di redazione
Sale a 100 il numero dei feriti causati dalla bomba esplosa ieri sera in un centro commerciale di Ankara. Sei persone sono morte in questo attentato, il peggiore subito dalla blindatissima capitale turca negli ultimi dieci anni. “Siamo di fronte ad un vile e infame attacco terrorista” – ha commentato il premier della Turchia, Recep Tayyp Erdogan, ora al centro della tempesta di accuse e polemiche scatenata dalla strage.
Anche se non c’è stata ancora nessuna rivendicazione, tutte le varie piste ipotizzate sembrano in qualche modo coinvolgere il governo turco.
Nel caso si trattasse di un attentato kamikaze – possibilità non esclusa dal ministro dell’interno Osman Gunes – al centro del mirino sarebbe di nuovo l’incapacità dell’esecutivo di arginare quel terrorismo islamo-nazionalista che da tempo insanguina la Turchia.
L’ipotesi sembra però smentita da alcuni fattore chiave, in particolare il tipo di materiale utilizzato per costruire la bomba che ha fatto esplodere il centro commerciale. Il micidiale esplosivo A-4, di tipo militare, è quello tradizionalmente più usato dall’organizzazione separatista curda Pkk, che ha più volte minacciato di colpire le grandi città turche. Anche in questo caso, tuttavia, il governo di Erdogan sarebbe ritenuto responsabile di non aver debellato il terrorismo curdo e di non aver ancora dato il via libera all’esercito per attaccare i campi del Pkk stanziati sulle montagne del nord Iraq, al confine con la Turchia.