Attentato Istanbul, 11 sospetti Isis arrestati. Nel mirino dei jihadisti relazioni tra Turchia, Israele e Russia

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Attentato Istanbul, 11 sospetti Isis arrestati. Nel mirino dei jihadisti relazioni tra Turchia, Israele e Russia

30 Giugno 2016

Operazioni antiterrorismo in Turchia dopo l’attentato all’aeroporto Ataturk, che ha fatto 42 morti e oltre 200 feriti, hanno portato all’arresto di una serie di sospetti affiliati a Isis. Lo stato islamico viene indicato da più fonti come l’autore della strage nello scalo turco. 

Gli attentatori erano entrati in azione nella zona del terminal dei voli internazionali, armati di pistole e kalashnikov, sparando sulla folla e poi facendosi esplodere. Si apprende inoltre che due giorni prima dell’attacco le forze di sicurezza di Ankara avevano ucciso dei miliziani di Isis al confine con la siria. 

La polizia di Istanbul ha eseguito una serie di blitz in diversi quartieri della città nell’ambito di un’operazione contro Isis, arrestando 11 persone sospettate di far parte dell’organizzazione. Secondo l’agenzia Anadolu, la polizia ha eseguito irruzioni presso 16 diversi indirizzi nei quartieri Pendik e Sultanbeyli, sulla parte asiatica della città, e Basaksehir, sulla parte europea.

L’imperativo per Ankara è riportare la situazione alla normalità, anche alla luce delle notizie per cui erano stati lanciati degli allarmi su un possibile attentato: i servizi segreti di Ankara avevano avvertito sul rischio di un attacco 20 giorni fa. La CIA ha confermato che l’attacco ha “il marchio d’infamia” dello Stato islamico.

A confermare la pista di Isis la dinamica dell’attentato, descritta dal primo ministro turco Binali Yildirim: “Tre attentatori si sono fatti esplodere dopo aver aperto il fuoco”, e dopo essere arrivati ai terminal a bordo di taxi, come accadde nell’attentato all’aeroporto di Bruxelles. L’ipotesi jihadista si rafforza considerando che nei giorni scorsi la procura di Ankara aveva chiesto il rinvio a giudizio e la condanna a più di 100 ergastoli per 27 miliziani, accusati di aver pianificato le stragi di Suruc e di Ankara.

Ma viene evidenziato anche che il movente della strage all’Ataturk potrebbero essere i repentini cambi di scenario diplomatico che sempre negli ultimi giorni hanno portato a un riaprirsi delle relazioni diplomatiche tra Israele e la Turchia (la vicenda della “Freedom Flotilla) e tra Russia e Turchia, con Erdogan che conferma un faccia a faccia con Putin.