Attentato kamikaze a Kabul: c’è anche un italiano tra i 18 morti
26 Febbraio 2010
Un italiano è morto nell’attacco compiuto questa mattina dai talebani nel centro di Kabul. Un italiano è morto nell’attacco compiuto questa mattina dai talebani nel centro di Kabul. Il capo della polizia della capitale afghana, Abdul Rahman, riferisce che l’uomo sarebbe stato ucciso nel corso della sparatoria successiva alle detonazioni. "L’uomo, un cliente del Park Residence, era in contatto telefonico con la polizia afghana poco dopo l’esplosione quando è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dagli assalitori. Era un uomo coraggioso", ha detto Rahman. L’attentato ha preso di mira il Safi Landmark Hotel.
La Farnesina conferma che il connazionale rimasto vittima questa mattina nell’attacco terroristico a Kabul si chiama Pietro Antonio Colazzo, Consigliere Diplomatico della nostra Ambasciata nella capitale afgana. Il ministro degli esteri Franco Frattini ha precisato che il connazionale dormiva "in un albergo dove vengono ospitati molto funzionari diplomatici"."L’Italia e gli altri alleati resteranno impegnati in Afghanistan" ha assicurato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, dopo gli attentati.
Il bilancio dell’attentato suicida è finora di 18 vittime, in maggioranza afghani. Il presidente afghano Hamid Karzai ha confermato che "un italiano e quattro indiani" sono morti nell’attentato. Il presidente ha condannato con forza l’attacco. Tra le 10 persone di nazionalità indiana rimaste uccise ci sono medici impiegati all’ospedale pediatrico Indira Gandhi di Kabul.
"L’esplosione è stata fortissima, e scontri a fuoco successivi si sono protratti a lungo" ha riferito il portavoce dell’Ue a Kabul, Andrea Angeli. "La tensione in queste ore è ancora molto palpabile. La capitale è blindata, presidi di polizia bloccano le intersezioni di accesso ai ministeri ed altri edifici sensibili. Per spostarsi all’interno della città occorre fare molte deviazioni e superare numerosi check-point messi in piedi all’alba", continua Angeli, precisando che a causa della festività del venerdì che quest’anno coincide con le celebrazioni del Mulud, il genetliaco del profeta Maometto, la capitale è praticamente deserta.
"Abbiamo colpito sin da subito i luoghi dove risiedevano gli stranieri a Kabul che erano il nostro obiettivo". È con queste parole che il portavoce dei talebani, Dabhullah Mujahid, ha spegato la dinamica dell’attacco sul sito internet del proprio gruppo. Con un messaggio in lingua Pashtun e in lingua araba, Mujahid ha chiarito che "un gruppo di mujahidin, che aveva con se armi leggere e pesanti e anche degli ordigni, sono entrati alle 7 ora locale nella città di Kabul ed hanno attaccato in particolare un luogo dove si trovano gli stranieri, l’hotel Safi, che si trova vicino alla sede del ministero dell’Interno".
In base al racconto del portavoce talebano sembra che gli assalitori abbiano "iniziato prima a sparare contro gli agenti della polizia con le armi leggere. Subito dopo uno di loro si è fatto saltare in aria contro l’hotel Safi Landmark, uccidendo e ferendo numerosi stranieri". Il leader talebano si ripromette di informare tutti gli internauti islamici tra poco con altre notizie aggiornate. Secondo responsabili del ministero della Difesa di Kabul, le deflagrazioni sono state molto potenti e il numero delle vittime è destinato a salire ancora.
Diverse le reazioni politiche. "Da tempo sosteniamo che in Afghanistan non ci sono più le condizioni iniziali per portare avanti una missione di pace, ma c’è una guerra guerreggiata, tra differenti fazioni, alla quale la nostra Costituzione vieta di partecipare" afferma il presidente dell’IdV, Antonio Di Pietro. "Per questo l’Idv – aggiunge Di Pietro – chiede il ritiro delle truppe italiane e la messa in sicurezza del nostro personale attraverso la pianificazione immediata di una exit starategy per portare a casa i nostri soldati". Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, ha replicato "è con profondo dolore che abbiamo appreso di una nuova vittima italiana in Afghanistan, per la quale esprimiamo profondo cordoglio stringendoci al dramma della sua famiglia ed a quello di tutte le vittime di militari e civili caduti all’estero. Riteniamo tuttavia che si confermino le ragioni della nostra presenza in Afghanistan, una realtà che marcia con fatica verso la democrazia e la libertà". Secondo Gasparri "l’exit strategy e quindi l’abbandono di quei territori alle minacce del terrorismo non sono una via praticabile".
"Esprimo profondo cordoglio ai familiari di Pietro Antonio Colazzo, uomo che, con coraggio e dedizione, operava in una terra pericolosa per migliorare le condizioni di vita del popolo afgano" ha dichiarato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, mentre il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha detto "è una storia sulla quale bisogna prendere un’iniziativa di puntualizzazione perchè credo che sia il caso che la riflessione strategica della presenza in Afghanistan venga approfondita". "Bisogna vedere in quale misura – sostiene Bersani – noi otteniamo dei risultati in questa vicenda e quanto l’azione militare riesca ad innescare un’azione politica che coinvolga anche tutti i Paesi confinanti, che dia una prospettiva".
Il Segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen ha condannato l’attentato. "Condanno fermamente l’attentato terroristico che ha avuto luogo questa mattina a Kabul. Ancora una volta i nemici dell’Afghanistan hanno ucciso civili innocenti, afghani e operatori internazionali", ha detto Rasmussen in un comunicato. "Esprimo le mie condoglianze alle famiglie di coloro che hanno perso la vita e una pronta guarigione agli oltre 30 feriti", ha concluso. Una "dura condanna" è arrivata pure dal presidente afghano Hamid Karzai. "Gli attacchi contro i cittadini indiani non comprometteranno le relazioni tra l’India e l’Afghanistan", si legge in un comunicato della presidenza. Karzai ha quindi manifestato le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime e ha confermato che è già stata aperta un’indagine sugli attentati rivendicati dai Talebani.
Al momento sono ancora in corso le operazioni di recupero dei cadaveri rimasti sotto le macerie. L’attacco di oggi a Kabul arriva a 12 giorni di distanza dall’inizio dell’operazione Moshtarak coordinata dalle forze Nato e dal governo afghano per la conquista della provincia di Helmand. Solo ieri l’amministrazione afghana aveva issato la propria bandiera nella cittadina di Marjah, roccaforte dei talebani fino a poco tempo fa.