Attenzione, la rivoluzione egiziana sta facendo marcia indietro

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Attenzione, la rivoluzione egiziana sta facendo marcia indietro

09 Luglio 2011

Il Cairo – L’ultima settimana è stata piena di importanti eventi sulla scena politica in Egitto. La rabbia degli attivisti e dei manifestanti è andata crescendo in seguito agli scontri con le forze di polizia in piazza Tahrir nella notte del 28 giugno fino al pomeriggio del 29. Il bilancio è di oltre 1000 feriti. La posizione del governo Sharaf nei confronti di questo evento è stata ambigua.

Le indagini che sono state avviate, con più di 40 persone arrestate, non hanno portato a risultati chiari. I procedimenti penali militari nei confronti degli attivisti politici e la lentezza dei processi alle figure del precedente regime genera rabbia nelle strade egiziane.

Gli scontri tra le forze di polizia e gli abitanti della città di Suez si sono rinnovati come conseguenza del rilascio di agenti di polizia accusati di aver ucciso alcuni dei manifestanti.

Liberali, Fratelli Musulmani, salafiti, movimenti spontanei di partecipazione politica, anche casalinghe, senza esitazioni, hanno tutti deciso di scendere in strada per le manifestazioni.

Il governo di transizione ha rivolto appelli affinché le manifestazioni si svolgano in maniera pacifica. I manifestanti hanno di fatto espresso la propria sfiducia al Governo Sharaf.

La rabbia è diffusa più che mai, i manifestanti sentono che la loro rivoluzione si sta perdendo dietro le lente decisioni del governo e il conflitto tra i liberali e gli islamisti sulle priorità dell’agenda politica: riformare la costituzione per prima cosa o andare ad elezioni parlamentari.

L’8 luglio 2011, i milioni di persone a raccolta per la "Milyoneya" hanno chiesto a gran voce "la prima rivoluzione".

Sono state sollevate anche numerose altre richieste, come accelerare i processi nei confronti degli esponenti del passato regime e degli assassini dei martiri della rivoluzione, una maggiore uguaglianza nella distribuzione del reddito, l’arresto di processi militari per i civili, il ripristino della sicurezza nelle strade egiziane.

Piazza Tahrir sta vestendo i panni del sit-in ancora una volta. I colori sono dappertutto, la scenografia della grande manifestazione è stata preparata, un enorme ombrello verrà costruito nella Piazza per evitare il calore del sole, volantini vengono distribuiti.

I manifestanti hanno organizzato la sicurezza e il check-in dei comitati per assicurare l’ingresso della Piazza. Tutti sono pronti per il grande giorno. La domanda è rimasta: il consiglio militare è pronto a soddisfare le richieste dei manifestanti?

Traduzione Matteo Bressan