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Auguri

02 Gennaio 2006

Inizio d’anno, tempo d’auguri anche per Magna Carta. Sui giornali, in questi giorni ne abbiamo letti di ogni genere, perlopiù concentrati di buone intenzioni in perfetto equilibrio bipartisan per non scontentare nessuno. Un giochino facile in cui si sono cimentati molte grandi firme e anche qualche illustre vicedirettore.

Qui non troverete niente di tutto questo. I nostri auguri saranno pochi e ben mirati.

I primi vanno ad Ariel Sharon, che sta per sottoporsi a un delicato intervento al cuore. Gli auguriamo una piena e pronta guarigione. Abbiamo da tempo capito che Sharon è l’uomo giusto per condurre una democrazia costretta alla guerra come Israele e portarla ad un traguardo di pace senza perdere la sua anima e la sua identità. Sharon è insieme un uomo normale e straordinario esattamente come il paese di cui è oggi il premier. Gli auguriamo di restare in sella anche dopo le prossime elezioni e di avere, nella controparte palestinese, qualcuno che abbia almeno un briciolo del suo coraggio e della sua lealtà.

Poi tocca ad Angela Merkel: anche se ha già fatto vedere quello che vale nell’ultimo vertice europeo di Bruxelles, ha certamente bisogno di auguri. Deve cercare di rimettere in moto l’Europa dopo la paralisi del motore franco-tedesco con carburante russo. Deve farlo guidando una ‘grande coalizione’ che è un potenziale freno ai suoi programmi e con un alleato, l’Spd, gravato dall’imbarazzo per lo scandalo Schroeder-Gazprom. Se l’Europa ritrova una Germania all’altezza del suo ruolo sarà un bene per tutti. Per questo, auguri Angela!

Poi vogliamo fare i nostri auguri all’odiato Bush. Ha subito l’attacco terroristico più sanguinoso della storia nel cuore del suo paese e ha reagito come credeva giusto. I fatti in gran parte gli hanno dato ragione. Oggi l’Iraq è l’unico fronte su cui il terrorismo islamico è in difesa, mentre in ogni altro angolo del mondo è potenzialmente all’attacco. Ha fatto molti errori certo, ma se uno ha paura degli errori allora non sceglie di fare il presidente degli Stati Uniti. Bush ha bisogno di auguri per fonteggiare i suoi molti nemici, ma forse soprattuttto per salvarsi da quelli che dovrebbero essergli amici.

Sul fronte iracheno però non c’è solo Bush, ci sono anche i soldati italiani. Per loro l’augurio è più che mai d’attualità: se si vuole davvero rendere onore al loro impegno e al loro coraggio, c’è solo un modo per farlo: consentirgli di portare a termine la missione che gli è stata assegnata. La corsa a chi fa prima a portarli via da dove sono è un modo per offendere chi è ancora sul campo e chi non è più tornato.

Non possono mancare gli auguri per Benedetto XVI: chi ha cuore il destino dell’Europa e spera di vederla risorgere dalla sua crisi non può che ringraziare l’arrivo di Papa Ratzinger al soglio pontificio. Anche in occasione dell’omelia di fine d’anno non ci ha deluso. Ha individuato con precisione le peggiori minacce dei nostri tempi: il terrorismo, il nichilismo e il fondamentalismo fanatico. Ha richiamato popoli e nazioni ad assumersi le proprie responsabilità nel difendere il mondo da queste minacce e ha aggiunto una velata critica alle Nazioni Unite.

Lui forse non ha bisogno dei nostri auguri: noi certo abbiamo bisogno di farglieli.

Anche in Italia c’è qualche augurio da distribuire, pochi per la verità.

A Letizia Moratti auguriamo il successo per la sua candidatura a sindaco di Milano. Quella città ha bisogno – magari con le buone maniere – di essere svegliata, e la Moratti è la persona giusta. Se ci mette anche solo metà della grinta e della caparbietà che ha speso al ministero della Ricerca e dell’Università, per Milano si aspettano anni interessanti.

Vogliamo, pensate un po’, fare qualche augurio anche ad Antonio Fazio. Non sempre abbiamo condiviso le sue scelte e il suo stile di Governatore, ma ora che è nella polvere, e per il modo in cui vi è stato spinto, vogliamo rivolgergli un augurio. Quello di pagare solo per gli errori che ha veramente fatto – se ne ha fatti – e non per quelli che gli hanno dipinto addosso i molti che avevano interesse a toglierlo di mezzo. Oggi c’è troppa soddisfazione in giro per la sua uscita di scena per non avere almeno il dubbio che sia stata orchestrata.

Infine vogliamo fare gli auguri a Silvio Berlusconi. Perché non glieli fa nessun altro.

Proprio in chiusura, ma non ci sarebbe bisogno di aggiungerlo, i nostri auguri vanno a tutti quelli che ci hanno seguito in questo ultimo anno di attività.

Si tratta di un augurio reciproco: a voi di continuare ad avere in Magna Carta un punto di riferimento per la vostra vita pubblica e intellettuale e a noi di riuscirci.