Austria, Strache non è Haider ma avanza la destra antieuropea

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Austria, Strache non è Haider ma avanza la destra antieuropea

Austria, Strache non è Haider ma avanza la destra antieuropea

30 Settembre 2013

Sarà ancora “Grosse Koalition”. Le elezioni in Austria hanno, nuovamente, dato alla luce un Parlamento obbligato a raggiungere un accordo per formare il prossimo governo del Paese. Ma la crisi che investe i partiti storici si ripropone anche a Vienna dove, già nel 1999, un partito di rottura e con tematiche in parte xenofobe, conquistò gli onori della cronaca: l’FPÖ di Jörg Heider, ora guidato dall’acchiappa-voti Heinz-Christian Strache, alla fine degli anni ’90 raggiunse il 27% dei voti, e oggi si attesta come terzo partito austriaco con il 21,4%, tallonando il democristiano Partito Popolare, fermatosi al 23,8%. I socialdemocratici dell’SPÖ, guidati dal premier uscente – e quasi sicuramente riconfermato – Werner Faymann, si attestano primo partito con il 27,1%, in calo di quasi due punti percentuali rispetto al 2008. Per i due partiti storici questo è il peggior risultato ottenuto nella storia, che conferma il cambiamento nell’orientamento elettorale degli austriaci. Chi ci guadagna, in primis, è l’FPÖ: il partito di estrema destra raggiunge il primo grande successo politico già nel 2000 quando, guidato da Heider, fu addirittura nella maggioranza di governo con i Popolari, ma con il leader del partito senza incarichi istituzionali. L’Austria venne sanzionata dall’Unione Europea per le posizioni xenofobe dell’FPÖ. Nel 2005 Heider lascia il partito, in rotta di collisione con Strache, fondando Alleanza per il futuro dell’Austria, che nell’ultima tornata elettorale non ha superato la soglia di sbarramento per poter essere rappresentata in Parlamento, racimolando solo il 3,6% dei voti. Strache, 44 anni, è dal 2005 a capo dell’FPÖ, e secondo gli analisti non ha lo stesso acume politico di Heider, morto in un incidente stradale nel 2005. Successi elettorali a parte, il leader del terzo partito austriaco è bravissimo a strappare voti alle urne, ma rispetto al suo predecessore, a detta anche degli avversari, non è paragonabile né in quanto a carisma, né per il talento. Un giudizio che pesa sul futuro politico di Strache, che dovrà sempre fare i conti col passato. La campagna elettorale 2013 si è basata su slogan quali “amore per il prossimo”, circoscritto, però, ai soli austriaci. “L’Austria è nel cuore dell’Europa – ha affermato il leader dell’FPÖ – e  il nostro risultato elettorale è significativo per il futuro del continente. Gli europei – ha aggiunto Strache – non desiderano una Unione Europea centralista, bensì maggiore libertà nella sovranità nazionale”.