Auto. Arrivano gli aiuti: 1000 euro per rottamare e niente bollo per 3 anni

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Auto. Arrivano gli aiuti: 1000 euro per rottamare e niente bollo per 3 anni

04 Febbraio 2009

Un bonus da 1.000 euro per chi rottama l’autovettura da Euro 0 a Euro 2 (immatricolata entro il ’99) e acquista un’Euro 4 o Euro 5. Ma non è tutto: l’esenzione dal bollo per tre anni. Questa sarebbe una delle misure prevista nella bozza del decreto "salva-auto" che dovrebbe arrivare venerdì sul tavolo del Cdm, secondo quanto riferito al termine dell’incontro a Palazzo Grazioli.

Secondo quanto trapelato sulla bozza di decreto legge che approderà venerdì in Cdm, ci sarà anche un contributo di trecento euro di sconto per chi rottama un motorino o uno scooter "Euro 0" o "Euro1" per sostituirlo con uno "Euro3" e un anno di bollo gratis. Salirebbe invece da 1.000 a 2000 euro il bonus per chi sceglie di acquistare le auto "verdi". Le agevolazioni potranno essere applicate alle vetture a metano, Gpl, elettriche e a idrogeno.

Ma il decreto "salva auto" non si occuperà solo del comparto che gli dà il nome, per quanto considerato quello trainante dell’intera economia italiana. E’ infatti in previsione anche una detrazione Irpef del 20% sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici. L’agevolazione sarebbe legata alla ristrutturazione dell’abitazione e riguarderebbe anche elettrodomestici "bianchi" (frigoriferi, lavastoviglie, lavatrici, ecc). Lo "sconto" avrebbe un tetto di 10.000 euro e sarebbe valido per gli acquisti fatti entro i primi 9 mesi del 2009.

Ma da Bruxelles arriva immediatamente lo stop all’iniziativa del premio alla rottamazione relativa alle auto vecchie. E’ quanto ha indicato il commissario all’industria Guenter Verheugen durante il dibattito sulla crisi dell’auto al Parlamento europeo, spiegando che secondo le regole attuali non ci può essere una una disposizione "onnicomprensiva" ma riconosce che "l’Ue deve armonizzare il principio impedendo di introdurre discriminazioni tra produttori". "Non ci può essere una norma che indichi quale deve essere l’importo dei premi", ha indicato il commissario europeo, secondo il quale ci possono però essere delle forbici.

Nel dibattito all’Europarlamento il commissario Verheugen ha tracciato una fotografia del settore auto e dei rischi che sta correndo. "Lo sforzo finanziario è elevato (anche se inferiore a quanto chiesto dalle case automobilistiche europee, 40 miliardi di euro)", ha spiegato sottolineando che "la Banca europea degli investimenti ha confermato l’impegno per prestiti di 4 miliardi per anno nel 2009 e nel 2010".

E ancora: "Bruxelles ha tracciato la strada del sostegno a progetti di ricerca e sviluppo e per prodotti eco-compatibili sui quali la Francia sta procedendo di gran carriera a fronte delle lentezze di altri paesi. Che basti per tamponare le falle di un settore che garantisce lavoro a 12 milioni di europei (4% dell’occupazione totale), è un altro discorso. L’anno scorso è stato prodotto un milione di veicoli meno del 2007. Attualmente giacciono nei piazzali due milioni di auto invendute".

"La sovracapacità produttiva è chiara, alcuni parlano del 20%, che significherebbe quattrocentomila posti di lavoro sotto minaccia", ha detto Verheugen. Per questo "sappiamo che non c’è alcuna garanzia che conserveremo tutti gli impianti di produzione attuali e non sappiamo se tutti i produttori di oggi sopravviveranno". Il commissario ha infine inviato a essere prudenti perchè "non bisogna diffondere speranze fasulle".

Una posizione di cautela che sembra ora fondata dopo le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola: "Le cifre circolate in queste ore sui singoli provvedimenti sono del tutto prive di fondamento". Il ministro riconosce che le misure e gli interventi di sostegno al settore automotive e a altri settori economici sono stati al centro dell’incontro tra Berlusconi e i ministri. Ma tiene a sottolineare che "le misure sono in queste ore ancora in corso di definizione" dato che devono tenere in conto "i vincoli della finanza pubblica, l’esigenza di sostenere la domanda interna e il consumo dei cittadini e di ridurre l’ inquinamento, come stanno facendo anche altri Paesi europei".