Auto, arrivano gli incentivi. Ma serve un piano europeo

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Auto, arrivano gli incentivi. Ma serve un piano europeo

05 Febbraio 2009

 

La rottamazione delle auto rischia di scatenare una guerra commerciale tra i paesi dell’Unione europea. Ieri Bruxelles ha bocciato severamente le velleità protezionistiche della Francia che tenta di introdurre incentivi all’acquisto di nuove vetture esclusivamente per i costruttori impegnati a produrre e rifornirsi in terra d’Oltralpe. Ma i pericoli di pesanti distorsioni della concorrenza arrivano da tutti i governi che al momento stanno agendo a ranghi sciolti. Basti pensare che oggi in Europa ci sono 8 Paesi che prevedono misure a sostegno dell’auto, mentre altri, almeno per il momento, non hanno provveduto a introdurli. E gli importi variano sensibilmente: si passa dai 2.500 euro della Germania agli 800 della Romania. «La rinascita del protezionismo non sarebbe nell’interesse della Francia, né dei produttori francesi né di nessuno stato membro», ha dichiarato il commissario Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes. Mentre il ministro per le Politiche comunitarie Andrea Ronchi avverte: «Non consentiremo a nessuno di giocare sporco».

In questo clima di tensione si inserisce il pacchetto di misure che sarà presentato domani a Palazzo Chigi. Restano ancora da sciogliere gli ultimi dettagli sulle cifre, ma l’Esecutivo è orientato a far scattare un piano di almeno un miliardo di euro. Pronto un bonus rottamazione di mille euro della durata di un anno per sostituire auto Euro 0, Euro 1 e Euro 2 immatricolate fino al 1999 con modelli Euro 4 ed Euro 5. Chi rottama potrà anche beneficiare del bollo gratis per tre anni. Si potrà usufruire dello sconto solo a patto che vengano scelti veicoli poco inquinanti, cioè quelli a bassa emissione di anidride carbonica (CO2). L’attuale limite di 150 grammi a chilometro, potrebbe quindi essere ridotto a 130 grammi. Sale da mille a duemila euro il bonus per chi sceglie di acquistare le auto più ecologiche. Le agevolazioni saranno applicate alle vetture a metano, Gpl, elettriche e a idrogeno. Non solo, ci saranno vantaggi anche per altri settori industriali: trecento euro di sconto per chi rottama un motorino o uno scooter “Euro 0” o “Euro1” per sostituirlo con uno “Euro3” e un anno di bollo gratis. In arrivo anche una detrazione Irpef del 20% sull’acquisto di mobili ed elettrodomestici ma solo per chi ristruttura casa. Lo sconto, che riguarderebbe anche frigoriferi, lavastoviglie e lavatrici, avrà un tetto di diecimila euro e sarebbe valido per gli acquisti fatti entro i primi 9 mesi di quest’anno.

Misure che, come ha precisato il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, sono ancora in via di definizione e che quindi potrebbero cambiare. Il braccio di ferro sulle risorse disponibili con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per il momento si è risolto con un compromesso: le misure dovranno rispettare le compatibilità fissate con la manovra triennale approvata a luglio. Una mossa tattica in attesa di un piano comunitario per l’auto che, secondo gli auspici di Bruxelles, sarà discusso al vertice europeo del 19-20 marzo. Un piano che dovrebbe fissare le nuove regole del gioco, stabilendo i parametri entro i quali i vari Paesi potranno muoversi per definire i loro interventi, anche sul fronte degli stanziamenti.

Tremonti, che non ha mai mostrato entusiasmo per gli incentivi alla rottamazione, è preoccupato per la tenuta dei conti pubblici. E gli ultimi dati non sono certo confortanti. Nell’aggiornamento sul Programma di stabilità che il Tesoro si appresta a consegnare alla Commissione Ue risulta che il Pil quest’anno diminuirà del 2 per cento e il rapporto deficit-Pil, che nel 2008 era al 2,6 per cento, schizzerà quest’anno al 3,7.

È ovvio, quindi, che il ministro dell’Economia voglia procedere con la massima cautela. Anche perché c’è molta altra carne al fuoco: oltre al decreto legge che verrà approvato domani in Cdm, l’Esecutivo è orientato a presentare nelle prossime settimane una serie di provvedimenti per dare slancio ai consumi. Nella riunione a Palazzo Grazioli convocata ieri dal premier Silvio Berlusconi e dal sottosegretario alla presidenza Gianni Letta con i ministri Tremonti, Scajola, Sacconi, Prestigiacomo e Calderoni, si sono iniziati a sciogliere anche alcuni nodi in vista della messa a punto di ulteriori interventi anticrisi che permetteranno di mettere in moto risorse per 40 miliardi di euro che potranno arrivare a 80 miliardi con l’aiuto dei fondi europei e delle regioni. Se queste sono le intenzioni, sarà davvero arduo rispettare i parametri di Maastricht. Questo è un problema che toglie il sonno non solo a Tremonti, ma anche a tutti i suoi colleghi europei.