Auto. C’è accordo strategico tra Chrysler e Fiat
20 Gennaio 2009
di redazione
Con una nota congiunta, Chrysler e Fiat hanno confermato che Fiat riceverà una quota iniziale in Chrysler del 35% in base all’alleanza con la casa americana, che non contempla per Torino alcun investimento in contante in Chrysler né un impegno a finanziare Detroit in futuro.
Questa mattina i vertici della compagnia americana avevano assicurato che si tratta di un accordo preliminare non vincolante con Fiat che sarà completato, dopo essere stato sottoposto alle previste approvazioni, entro il mese di aprile. Secondo le notizie trapelate l’alleanza prevede anche l’opzione per salire fino al 55% del capitale da esercitare più avanti.
L’intesa, secondo indiscrezioni, consentirebbe a Chrysler l’accesso alle piattaforme del Lingotto, dalla mini all’alto del medio di gamma, passando per i suoi motori e le trasmissioni. Per Fiat, oltre all’ingresso nel capitale del costruttore americano, l’accordo si tradurrebbe nella possibilità di vendere negli Stati Uniti l’Alfa Romeo e la Fiat 500, anche grazie al taglio dei costi che si verrebbe a registrare con la condivisione dei siti produttivi con Chrysler.
Secondo il Wall Street Journal i risparmi derivanti dall’alleanza sarebbero compresi in una forchetta fra i 3 e i 4 miliardi di dollari. Chrysler ha in nord America 14 impianti di assemblaggio.
Da Torino stamane è stato John Elkann, vice presidente di Fiat, a confermare le trattative con Chrysler. "Che ne stiamo parlando non è un mistero, è da un pò che se ne parla", ha detto.
Cerberus Capital Management, proprietario di Chrysler, sembrerebbe intenzionato a conservare un interesse nel costruttore americano, mentre ancora non appare chiaro – riporta il Wall Street Journal – se Daimler intenda mantenere o meno la propria partecipazione in Chrysler, pari al 19,9%. Un eventuale accordo migliorerebbe – prosegue il Wall Street Journal – "l’immagine della Chrysler agli occhi del Governo americano, che ha acconsentito a un prestito da 4 miliardi di dollari per il costruttore in difficoltà".
Sia per Fiat sia per Chrysler l’allenza sarebbe quindi "una mossa difensiva per la sopravvivenza di lungo termine", prosegue il quotidiano, sottolineando come "Chrysler e Fiat sono simili e, in qualche modo, complementari". E prosegue: "Chrysler opera prevalentemente in nord America e i tre quarti delle sue vendite sono legati a camion, minivan e sport utility-vehicle. Fiat è specializzata in auto piccole e medie. Ambedue le società beneficerebbero di un maggiore volume di vendite globale".
Secondo indiscrezioni, l’accordo potrebbe essere annunciato nei dettagli domani. Ma la potenziale intesa avrà bisogno del tempo necessario per essere valutata dal consiglio di amministrazione di Fiat giovedì prossimo, in occasione della riunione per l’approvazione dei risultati del quarto trimestre e dell’intero 2008.
Nonostante l’ultimo periodo dell’anno molto negativo Fiat – secondo un consensus di analisti finanziari – tiene: l’esercizio dovrebbe chiudersi con un risultato della gestione ordinaria di 3,27 miliardi (3,23 nel 2007) e un utile netto di 1,76 miliardi a fronte di 2,05 dell’anno precedente. Per Fiat Group Automobiles gli analisti stimano un risultato della gestione ordinaria di 680 milioni nel 2008 (803 nel 2007) e di 40 milioni nel quarto trimestre (233). Nel 2010, infine, gli analisti prevedono per il gruppo Fiat un risultato della gestione ordinaria pari a 1,98 miliardi, un risultato ante imposte di 1,43 miliardi, un utile netto di 890 milioni e un indebitamento netto industriale in miglioramento anche se negativo per 3,76 miliardi.
Per l’Auto il 2010 riporterà in nero il risultato della gestione ordinaria, atteso a 180 milioni. "Se si ritornerà alla normalità entro fine 2009, il gruppo Fiat confermerà gli obiettivi 2010", ha detto l’amministratore delegato Sergio Marchionne a un seminario in Svizzera, dove ha anche parlato del ruolo fondamentale della produzione di auto low cost e della necessità di accelerare nuove alleanze.
Nel progetto di lanciare entro il 2010 un nuovo marchio globale low cost potrebbe giocare un ruolo chiave l’India, ha dichiarato a un giornale locale Silverio Bonfiglioli, chief operating officer di Fiat Group Automobiles International.
Nel frattempo il titolo è stato sospeso dagli scambi con un teorico +4,58% in Piazza Affari in attesa di un comunicato ufficiale.