Avvenire a Renzi: su Vangelo non si giura, lo si vive
13 Maggio 2016
di redazione
La legge unioni civili continua a far discutere com’era prevedibile. Il quotidiano cattolico Avvenire risponde al premier Matteo Renzi che ieri aveva detto “Io sono cattolico, ma quando faccio politica la faccio da laico e ho giurato sulla Costituzione non sul Vangelo”.
Renzi, intervenendo a Porta a Porta, aveva spiegato che “conoscendo il mio mondo, sapevo che ci sarebbero state delle polemiche”. Ma non aveva lesinato critiche a “parte di gerarchia cattolica” e al mondo delle associazioni pro-family per non aver saputo “riconoscere quel che si è fatto per arrivare a un equilibrio”.
“Lo trovo ingiusto”, dice il premier, la legge sulle unioni civili “è equilibrata, è una legge di compromesso”. Compromesso mica tanto, visto che la legge unioni civili è stata votata dai due rami del parlamento dopo che il governo aveva messo la fiducia sul provvedimento.
Per Avvenire, Matteo Renzi non è un politico chiuso nella ‘torre’ del potere, ma di questo passo, nell’ebbrezza provocatagli dai colpi di fiducia sulle unioni civili, rischia di finirci e di perdersi.
“Succede quando si comincia a non ascoltare più gli altri e si prende ad ascoltare soprattutto se stessi (o quelli che ti assomigliano per interesse), quando si dimentica la propria ispirazione più vera e si confondono ideali ed equilibrismi, avversari e interlocutori”, scrive il direttore Marco Tarquinio.
“Il premier – prosegue in un corsivo – dovrebbe sapere che sul Vangelo non si giura, ma lo si vive. E che la Costituzione non assolve dagli errori, anzi li sottolinea. Tantissimi italiani lo sanno, certamente i cattolici”.
“Che se si vendicano non sono buoni, ma se mettono da parte il Vangelo non servono a niente”.