Azzolina che casino!

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Azzolina che casino!

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26 Maggio 2020

28 Dicembre 2019. Sta per tenersi la consueta conferenza stampa di fine anno tenuta dal Primo Ministro, Giuseppe Conte. In quei giorni – nei quali la parola “COVID” appariva al massimo come una stramba formula e niente più – a tenere banco nel dibattito politico italiano sono le roboanti dimissioni del Ministro dell’Istruzione e dell’Università, il grillino Lorenzo Fioramonti. Tutti si aspettano che il Ministero sia diviso in due parti, Istruzione e Università, e che a prendere possesso del dicastero scolastico sia Nicola Morra, un grillino della primissima ora e Presidente della Commissione Antimafia. Al momento dell’annuncio, invece, ecco la grande sorpresa: il Ministero è sì diviso in due (a proposito: qualcuno ha notizie del Ministro dell’Università?) ma per l’Istruzione viene scelta Lucia Azzolina, deputata 5 Stelle eletta alla Camera tramite ripescaggio in un collegio del Piemonte. In molti denotano come questo passaggio sia stato uno dei primi a dar vita ad una profonda spaccatura nel Movimento, soprattutto perché ad una figura simbolo come il Senatore Morra viene preferita una semisconosciuta onorevole.

Già, ma chi è Lucia Azzolina? Laureata in Filosofia e Giurisprudenza, insegna presso un liceo del biellese e al momento del suo insediamento ha da poco partecipato a un concorso per essere abilitata come dirigente scolastico, in cui si è classificata al 2542° posto. È vero, questo non significa nulla, potrebbe segnalarci giustamente qualcuno. I problemi per lei, tuttavia, arrivano in pratica da subito poiché in alcune interviste pubblicate da “Repubblica”, un suo esaminatore afferma, senza giri di parole, che l’onorevole sarebbe totalmente inadatta a ricoprire un ruolo così prestigioso, così come un rapporto conflittuale viene da subito a crearsi con i sindacati sulle regole con cui stabilizzare decine di migliaia di precari.

Nelle ultime settimane l’Azzolina è stata travolta dall’emergenza Covid che ha investito inevitabilmente anche la scuola. In tutta Europa il comparto scuola avuto un’importanza strategica per la ripartenza successiva ai lockdown e in molti paesi gli istituti scolastici sono stati riaperti, cercando ovviamente di ottemperare a tutte le norme anti contagio. Da noi, invece, la scuola sembra essere davvero il punto debole dell’azione di governo: esami di scuola media ridotti al minimo sindacale; il colloquio orale degli esami di maturità (unica prova prevista) che non si sa ancora se potrà essere svolto in presenza o meno – tra l’altro mancherebbero all’appello centinaia di presidenti di commissioni, soprattutto al Nord -; tensioni con tra le forze di maggioranza riguardo alle modalità di svolgimento del prossimo concorso e – ultimo ma non ultimo – proposte messe in campo e ritenute non idonee su come verrà affrontato il prossimo anno scolastico, visto che tutti spingono affinché le classi possano tornare ad essere frequentate dagli alunni (bisogna ricominciare a rivalutare anche il valore sociale e relazionale della scuola, non solo quello formativo).

Dunque per la ministra non c’è pace e sembra proprio che non riesca a superare questo esame di maturità. Speriamo davvero di doverci ricredere, ma ad oggi le cose stanno cosi. E la confusione regna sovrana.

“L’istruzione dei giovani rappresenta le fondamenta di ogni Stato”, diceva Diogene il Cinico. Speriamo che dalle parti di Palazzo Chigi e della maggioranza giallo- rossa qualcuno se ne ricordi.