Bahrein. L’opposizione sciita vince 18 seggi ma c’è ombra di imbrogli

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Bahrein. L’opposizione sciita vince 18 seggi ma c’è ombra di imbrogli

24 Ottobre 2010

Il maggiore partito di opposizione sciita del Bahrein, Al Wefak, ha vinto 18 seggi su 40 alle elezioni legislative che si sono svolte ieri nel più piccolo paese della penisola arabica. Lo riferisce la Commissione elettorale precisando che si tratta di una vittoria al primo turno.

Alle scorse elezioni, Al Wefak aveva ottenuto 17 seggi. L’affluenza alle elezioni, le terze dalla costituzione dell’attuale parlamento, è stata del 67% secondo le autorità. In Bahrein, paese che ospita la Quinta flotta americana, la maggioranza della popolazione è sciita ma il governo è nelle mani della dinastia sunnita degli Al Khalifa.

Sono 320mila gli elettori del Bahrein che ieri sono stati chiamati alle urne per le elezioni parlamentari e amministrative. Il voto si è svolto tra le proteste dell’opposizione e degli osservatori locali, che hanno denunciato numerose irregolarità. Secondo alcuni attivisti, almeno mille persone non hanno potuto votare perché i loro nomi sono scomparsi dalle liste degli elettori.

Poliziotti in assetto antisommossa erano schierati per le vie, oltre che all’interno e all’esterno dei seggi. Abdulnabi al-Ekri, che presiede la Bahrain Transparency Society, ha accusato gli scutatori di aver consentito il voto a donne con il velo integrale senza accertarne l’identità e ha affermato che un gran numero di altre irregolarità si sono svolte "soprattutto nei seggi del centro e del nord, dove c’erano più candidati di opposizione".

Al-Wafaq, il principale partito dell’opposzione islamico-sciita, ha denunciato la scomparsa in un solo seggio di 400 nomi di elettori registrati. Nelle scorse settimane circa 250 sciiti sono stati arrestati con l’accusa di complotto per rovesciare la monarchia. L’organizzazione Amnesty International ha denunciato un "rischio di tortura" per gli arrestati. In vista del voto, il governo di Manama ha anche deciso di rafforzare il controllo sulle moschee del Paese. Tra le persone finite in manette figurano membri del movimento di opposizione ‘Haqq’, tra cui il leader Abduljalil al-Singace e Mohammed Said, rappresentante del Centro per i diritti Umani del Bahrein, associazione ancora operativa nonostante la sospensione formale dal 2004.