Banche del territorio: priorità all’economia reale
21 Dicembre 2017
Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Istat, nel mese di ottobre la produzione industriale è aumentata dello 0,5% in termini congiunturali e del 3,1% in termini tendenziali. Tali valori positivi confermano la tendenza manifestata in corso d’anno in cui, salvo una leggera battuta di arresto nel mese di settembre, è risultato sempre più evidente il consolidamento della ripresa economica e delle attività produttive e ribadita anche dai dati trimestrali sull’andamento del prodotto interno lordo che per il terzo trimestre del 2017 hanno registrato una crescita del PIL dello 0,4% sul trimestre precedente e dell’1,7% su quello analogo dell’anno passato, con il contributo importante degli investimenti fissi lordi del 3% in un solo trimestre e del 4,6% in un anno.
Numeri, quindi, che segnalano un miglioramento significativo dell’economia reale, anche se continuano ad essere ancora presenti segnali di difficoltà in alcuni settori, come ad esempio nel commercio al dettaglio dove il dato di ottobre è risultato negativo.
Questo il quadro che emerge a livello aggregato sull’economia nazionale, un’economia, però, composta di tante piccole realtà locali che dopo gli anni della crisi e della recessione sono state in grado con le loro potenzialità di agganciare il treno della ripresa e di tornare a crescere. Potenzialità espresse da un sistema di imprese ramificato che grazie al legame con il territorio e con le sue banche ha permesso di riprendere quel cammino che la crisi aveva spezzato.
E proprio per offrire un sostegno ed un contributo sempre più efficiente ed efficace l’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, insieme all’ACRI (l’Associazione delle Fondazioni e delle Casse di Risparmio) e Pri.Banks (l’Associazione delle Banche Private italiane) hanno tutte insieme sottoscritto a Roma un accordo di consultazione per rafforzare il ruolo e la funzione delle banche del territorio. Un ulteriore tassello, nel panorama bancario nazionale, che dimostra l’importanza che rivestono le banche del territorio nel sistema economico italiano il quale, pur essendo la seconda manifattura d’Europa, si compone per la maggior parte di imprese di dimensioni estremamente contenute frammentate e diffuse. Proprio per continuare a competere in un mondo sempre più veloce e globalizzato le aziende di dimensioni medio piccole, che occorre ricordare rappresentano il 70% del valore aggiunto e l’80% degli occupati totali privati, hanno bisogno di servizi e prodotti creditizi adeguati alle loro necessità e che solo una banca storicamente a vocazione territoriale può interpretare proprio sulla base di quella che è l’esperienza quotidiana nell’ambito della comunità di riferimento.
Le Banche Popolari, come le altre realtà creditizie del territorio, hanno continuato a supportare le imprese locali, impegnandosi in funzione anticiclica durante la crisi e favorendo le possibilità di ripresa mano a mano che questa tendeva a consolidarsi. Nel corso del 2107 i nuovi finanziamenti che gli istituti della categoria hanno erogato alle imprese minori hanno superato nei primi nove mesi i 21 miliardi di euro (un quinto del credito totale complessivo deliberato dagli istituti italiani alle PMI nello stesso periodo); un dato in crescita negli ultimi due anni e ad un tasso d’interesse intorno al 2%, 10 basispoint in meno a quello che è il costo medio praticato dal sistema bancario nel suo complesso.
Numeri che dimostrano ancora una volta come una condivisione di conoscenze e competenze, che il patto di consultazione appena sottoscritto dalle tre associazioni prefigura, non sarà utile solo per il sistema creditizio italiano, all’interno di quella che deve essere una necessaria biodiversità in ambito bancario, ma soprattutto per le imprese e le famiglie o in altre parole per quel tessuto sociale ed imprenditoriale su cui si fonda la ricchezza delle singole comunità e da queste di tutto il Paese.
* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari