Banche, Draghi lascia tassi invariati e apre al salvataggio pubblico
21 Luglio 2016
Il supporto delle buone trimestrali Usa spinge di nuovo i listini in Asia e America ai massimi, mentre l’Europa guarda incerta alla Bce di Mario Draghi. Il consiglio direttivo si è riunito per la prima volta dopo la Brexit. La decisione è di mantenere invariati i tassi di interesse: il tasso chiave rimane dunque a zero, mentre il tasso sui depositi resta allo -0,40% e quello di rifinanziamento marginale allo 0,25%.
Il consiglio direttivo continua ad attendersi che i tassi di riferimento “si mantengano su un livello pari o inferiore a quello attuale per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività ”. E’ così che spiegano dalla Banca centrale europea, sottolineando che quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria. Il consiglio conferma l’intenzione di condurre gli acquisti mensili di attività per 80 miliardi di euro sino alla fine di marzo 2017, o anche oltre se necessario, e in ogni caso “finché non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione”.
Mario Draghi nel precisare la possibilità di modifiche del programma di acquisto degli asset, ha detto: “È ancora troppo presto per valutare la necessità di nuove misure, per cui considereremo la situazione a settembre. Non c’è stata nessuna reale discussione sui dettagli di questi cambiamenti”. Il presidente della Bce è convinto che le banche europee “stanno meglio, se non molto meglio rispetto al 2009” grazie anche alle “serie misure” adottate negli ultimi quattro anni. Ma resta un problema “di redditività ” da risolvere.
In particolare sulle banche, Draghi apre all’intervento pubblico, da non escludere “in condizioni straordinarie”. Una soluzione che però va basata su “tre pilastri”: “un meccanismo di supervisione complessivo, un mercato delle sofferenze efficace e l’attuazione di tutte le norme necessarie perchè questo mercato funzioni”.
E ha sottolineato che l’intervento pubblico “è una misura molto utile, ma deve essere presa d’accordo con la Ue e specialmente con la direzione generale concorrenza della Commissione”. Un’azione di contrasto agli Npl deve avvenire nel rispetto “delle regole esistenti”.
Bce a parte, l’agenda macro odierna segnala il miglioramento del clima di fiducia tra le imprese francesi a luglio: torna a 102 punti, lo stesso livello di maggio, guadagnando due punti su giugno, ed è superiore rispetto alla media di lungo termine (100). Leggera frenata per le vendite al dettaglio in Gran Bretagna a giugno dopo il balzo di maggio: -0,9% su mese e +4,3% su anno. Anche Confindustria, intanto, prende atto del possibile rallentamento dell’economia dopo il divorzio Londra-Bruxelles. Ricca la giornata di dati dagli Usa: le nuove richieste per il sussidio di disoccupazione sono state 253mila, mille in meno rispetto al dato della settimana precedente.