Banche italiane, via libera Ue a scudo da 150 miliardi

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Banche italiane, via libera Ue a scudo da 150 miliardi

01 Luglio 2016

Il premier Renzi è riuscito a ottenere (mica lui personalmente) l’ennesimo aiuto per le banche nostrane: centocinquanta miliardi di euro, stiamo parlando di circa il 9% del Pil italiano.

Aiuto garantito dallo Stato. Ovvero da noi contribuenti.

L’Italia l’ha chiesta domenica scorsa alla Commissione europea. E la Commissione europea ha detto di sì. Però lo si è saputo solo oggi, dopo il teatrino fra Renzi e la Merkel sul no tedesco al congelamento del bail-in.

E ne veniamo a conoscenza non da un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi, ma dalla stampa estera: indiscrezioni del Wall Street Journal, confermate dalla portavoce della Commissione che puntualizza che il piano è stato approvato sotto “e regole straordinarie di crisi per gli aiuti di Stato”. Quanto basta per far scattare i titoli bancari in Borsa a fine seduta, quando la notizia è cominciata a circolare. Solo in serata è arrivata la nota ufficiale del Tesoro per precisare come la garanzia pubblica riguardi le emissioni delle banche che si dovessero trovare in difficoltà e si applicherà solo ai bond senior di nuova emissione.

Lo schema di garanzie per le banche chiesto dall’Italia e autorizzato dalla Ue avrà inoltre un costo per gli istituti di credito che ne faranno richiesta. Non solo. L’ammontare della garanzia eventualmente attivata inciderà solo sul debito pubblico e non sul deficit.

In sostanza, si tratta di una specie di fideiussione che lo Stato italiano fornisce alle banche che chiedono liquidità alla Bce senza avere titoli di Stato, messi a garanzia del pagamento di un debito.

Ma gli effetti sui conti rischiano di farsi sentire. La cifra di 150 miliardi equivale al 9% di Pil, una parte dei quali dovrebbe pesare sul debito. Sulla base dello schema, lo Stato potrà prestare la propria garanzia sul debito di banche solvibili obbligazioni senior di nuova emissione che potrà essere usato come collaterale per chiedere liquidità alla Bce. Le regole europee e la Commissione fissano comunque dei paletti. Innanzitutto le banche devono essere ritenute sane: il regime è limitato agli istituti che non presentano una carenza di capitale. La garanzia non potrà essere destinata a ricapitalizzazioni o alle sofferenze. Sarà in vigore fino al 31 dicembre 2016, anche se c’è la possibilità di proroghe. Le banche dovranno pagare lo Stato per la garanzia. 

“Il problema è che il primo che chiederà queste garanzie si metterà in croce da solo”, commenta un analista.