Banche Popolari, in linea con Basilea 3 per un rilancio più rapido dello sviluppo

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Banche Popolari, in linea con Basilea 3 per un rilancio più rapido dello sviluppo

25 Marzo 2013

Nei giorni scorsi l’EBA (European Banking Authority) ha pubblicato i risultati del terzo esercizio di monitoraggio in merito al livello di adeguamento che le banche europee hanno raggiunto per soddisfare i criteri stabiliti dalla nuova disciplina prudenziale denominata Basilea 3. All’analisi hanno partecipato 157 banche europee, divise in due gruppi. Il primo, composto dai 44 principali istituti creditizi d’Europa, ossia quelli che hanno un Tier 1 superiore a 3 miliardi di euro e un’attività internazionale; il secondo caratterizzato dalle restanti 113 banche di dimensioni più contenute. Per l’Italia hanno partecipato all’indagine 13 banche, 2 inserite nel gruppo 1 (Gruppo Intesa e Unicredit) e 11 nel gruppo 2, dove si collocano alcune delle maggiori Banche Popolari.

Lo studio dell’EBA, condotto su dati aggiornati al giugno del 2012, ha complessivamente evidenziato come le banche europee abbiano compiuto passi in avanti sostanziali per adeguarsi agli standard di Basilea 3 che impongono un rafforzamento dei requisiti patrimoniali rispetto a quanto era emerso dalla precedente analisi condotta alla fine del 2011. Tuttavia, dall’analisi risulta che le banche del gruppo 1 avrebbero bisogno di ulteriori 112 miliardi di euro per raggiungere tutte l’obbiettivo minimo di un Cet 1 (Common Equity tier 1 ratio) del 7%, mentre per le banche del gruppo 2 le risorse da reperire ammonterebbero a quasi 18 miliardi di euro. Il dato relativo al gruppo 1 rappresenta comunque un netto miglioramento rispetto a sei mesi prima, quando, sulla base della precedente indagine condotta dall’EBA, le principali banche europee risultavano avere bisogno di quasi 200 miliardi di euro.

Per quanto riguarda l’Italia, i dati relativi ai principali gruppi bancari delle Popolari inseriti all’interno del gruppo 2 indicano che per le banche della Categoria l’obiettivo di arrivare ad avere un Cet 1 superiore al 7% era stato pienamente raggiunto già a dicembre 2011 evidenziando un valore prossimo all’8% ed è stato ulteriormente migliorato a giugno del 2012 registrando un dato pari al 9%. Malgrado le numerose difficoltà derivanti sia da una situazione congiunturale estremamente difficile e prolungata sia da una nuova normativa prudenziale che però nei fatti ha condizionato, penalizzandole, proprio quelle banche maggiormente dedite ad un’attività di tipo tradizionale e al finanziamento dell’economia reale, le Banche Popolari sono riuscite a coniugare il loro impegno in favore dei territori con la richiesta di adeguare i propri requisiti patrimoniali alla nuova regolamentazione di Basilea 3.

Uno sforzo ed un sacrificio necessario e compreso dai soci al fine di salvaguardare l’integrità della Popolare e quel patrimonio di relazioni, competenze ed ingegno che compone il nostro tessuto sociale e che rappresenta l’essenza stessa di ogni singola comunità locale. È proprio la comprensione dell’importanza che la banca assume a livello locale nel sostegno delle famiglie e delle piccole e medie imprese che ha permesso in questi ultimi anni di crisi alle Banche Popolari di aumentare significativamente le proprie quote di mercato, arrivando a rappresentare quasi il 25% degli impieghi complessi e oltre il 26% di quelli relativi alle piccole e medie imprese.

Un ruolo, questo, che il Credito Popolare ha saputo svolgere pienamente e tempestivamente grazie alla sua storia e alla natura cooperativa e che fin dalle origini le ha viste in prima linea a difesa dei territori e delle comunità. Esse ancora oggi dimostrano nei fatti quanto rappresentino una risorsa da salvaguardare e valorizzare se si vuole fornire un contributo concreto per favorire la ripresa dell’economia reale e cercare di uscire dalla crisi che stiamo tuttora attraversando.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari