Banche popolari nel nuovo millennio. Famiglia, imprese, capitale umano

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Banche popolari nel nuovo millennio. Famiglia, imprese, capitale umano

31 Maggio 2013

Ieri 30 maggio, a Roma presso la sede dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari si è svolto il convegno organizzato dalla Fondazione Bruno Buozzi dal titolo “Le Banche Popolari nel nuovo millennio: fiducia alle famiglie, alle imprese e al capitale umano”.

L’incontro ha visto la partecipazione del Presidente della Fondazione Bruno Buozzi Giorgio Benvenuto, del Professor Bruno Amoroso dell’Università di Roskilde, della Senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, del Professor Giulio Sapelli dell’Università Statale di Milano e del Vice Presidente del Parlamento Europeo l’Onorevole Gianni Pittella.

I lavori sono stati aperti dal Presidente di Assopopolari, il Cavaliere del Lavoro Emilio Zanetti, che ha ricordato come il Credito Popolare abbia saputo accompagnare  e sostenere, in particolare nel corso dell’attuale crisi, le famiglie e le piccole e medie imprese e, più in generale, lo sviluppo dell’economia nazionale. Il Presidente Zanetti ha, inoltre, rimarcato come il legame delle Banche Popolari con il territorio e le economie locali non sia il risultato di politiche basate su un orizzonte temporale breve ma, al contrario, sono la naturale conseguenza di un patto di lungo termine sviluppato con i territori di cui sono espressione.

Il Presidente della Fondazione Bruno Buozzi Giorgio Benvenuto ha evidenziato come: “la Cooperazione Bancaria e le Banche Popolari siano una risorsa per il Paese. Oggi, un sistema in grado di offrire un credito qualitativamente diverso come avviene nel caso del Credito Popolare e di tutte le banche del territorio è ancora più necessario e per questo motivo tali realtà creditizie devono ancora di più essere salvaguardate”.

Concetti ripresi dal Professor Giulio Sapelli secondo cui: “alla base del modello cooperativo vi è la fiducia intesa come condivisione di un’obbligazione. Le critiche espresse in passato, e in parte ancora oggi, da chi considera che la Cooperazione Bancaria o la banca relazionale possano essere meno efficienti e portare a comportamenti distorti che possono essere corretti unicamente con incentivi monetari di tipo pavloviano (ad esempio le stock option), appaiono prive di fondamento”. Secondo Sapelli, questo accade perché alla base della banca relazionale e delle Banche Popolari vi è una antropologia positiva dell’individuo che permette al principio cooperativo di essere talmente forte da superare le differenze di classe sociale.

Questa contrapposizione tra modelli diversi di banca è stata ribadita dalla Senatrice Anna Cinzia Bonfrisco che ha sottolineato: “l’importante lavoro svolto dal parlamento italiano nella passata legislatura, che si è tradotto in un adeguamento del modello delle Popolari grazie all’innalzamento del tetto massimo di quote azionarie che è possibile ottenere e all’aumento delle deleghe”. La Senatrice ha, inoltre, ricordato come anche la Banca d’Italia abbia ben chiaro quanto sia rilevante il ruolo delle Banche Popolari citando un intervento del Direttore Generale Salvatore Rossi nel quale si sottolinea come: “il Credito Popolare possa svolgere un ruolo importante grazie alla capacità di sapersi relazionare con la clientela, relazioni indispensabili per promuovere quei progetti innovativi di cui il Paese ha bisogno”.

Nel suo messaggio inviato al Convegno, il Vice Presidente del Parlamento Europeo, l’On. Gianni Pittella ha voluto rimarcare come il movimento della Cooperazione Bancaria abbia una dimensione continentale e quanto a livello di istituzioni europee si stia sempre più diffondendo l’idea positiva di riconoscere e valorizzare la pluralità nel sistema bancario comunitario e come questa rappresenti la risposta più efficace per garantire resilienza e favorire i superamento della crisi.

Da ultimo, il Professor Bruno Amoroso ha argomentato quanto sia importante rileggere e riscoprire la storia della cooperazione  che favorendo l’unione tra i diversi ceti sociali ha portato alla creazione di quello che oggi si definisce “bene comune” dell’economia territoriale e locale. Tale rilettura risulta utile per comprendere meglio le due diverse idee di società che secondo il professore della Roskilde University oggi si contrappongono, quella della globalizzazione, il cui obiettivo è quello di soddisfare una quota minoritaria della popolazione mondiale (l’elite), e quella alternativa, inclusiva e con benefici per tutti che risponde al modello delle banche cooperative e Popolari.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari