Bari, perché il piddino De Caro sta faticando tanto
01 Giugno 2014
di Ronin
C’è mancato un soffio ma a Bari, la città governata per anni da Michele Emiliano, nella Puglia di Nichi Vendola, l’uragano Renzi non ha sfondato alle Comunali.
Il candidato del Pd, Antonio De Caro, si è fermato a una manciata di voti dal traguardo e adesso dovrà vedersela al ballottaggio con l’avversario del centrodestra, Domenico Di Paola. Con gli indecisi, con gli elettori indipendenti, con gli apparentamenti: un’altra settimana febbrile che tiene aperti i giochi e il risultato finale sul lungomare del capoluogo pugliese.
Eppure, considerando com’è andata mediamente al Pd a livello nazionale, non avrebbe dovuto essere così difficile imporsi in una città e in una regione governate saldamente dalle sinistre e dove il centrodestra in passato ha scontato molti errori. Tanto più che per legittimare De Caro si erano mossi i big del Pd: il ministro Boschi in persona era sceso nel capoluogo pugliese per girare un video di sicuro effetto virale sul web forse peccando un po’ di provincialismo. C’è stato l’endorsement di Pinuccio e il lavoro svolto dalla fida agenzia Proforma, i creativi delle campagne di “Nikita”.
La Bari di #chiamadecaro, la movida de sinistra che negli ultimi anni ha occupato posti di potere imparando a governare, l’associazionismo affamato di fondi europei: tutti probabilmente si aspettavano un risultato pieno. Del resto De Caro non è l’ultimo arrivato: prima di essere il “delfino” di Emiliano è stato politico vicino ad Alberto Tedesco, come racconta con dovizia di particolari Dago. Lambito anche lui da una inchiesta su presunte raccomandazioni, De Caro ne è uscito pulito e pronto a prendersi la scena.
Allora cos’è che non ha funzionato? L’ingegner De Caro, nonostante i suoi 43 anni perfettamente in linea con lo spirito dei tempi, in realtà mastica politica e siede nelle istituzioni da un decennio: prima come assessore ai trasporti del Comune con Emiliano nel 2004, poi in Consiglio regionale con Vendola nel 2010, infine alla Camera dei deputati tra i banchi del Pd nel 2013. Insomma, più che cambiare verso, ha cambiato spesso posto. Così l’operazione d’immagine necessaria a coptarlo nel club dei rottamatori non ha dato il risultato sperato, almeno non subito.
Lui ha definito il suo risultato al primo turno “incredibile”. Per adesso sembra godere di un netto vantaggio. Vedremo che accadrà al ballottaggio. La sensazione è però che il blocco della sinistra barese abbia iniziato a mostrare le prime crepe. Il voto per le elezioni Regionali si avvicina. Chissà se per il centrodestra sarà la volta buona.