Bassolino e Jervolino: ultimi classificati
13 Gennaio 2009
di Enzo Sara
Ora più che mai è il caso di dirlo: la Campania ha davvero toccato il fondo. Se qualcuno, per ragioni imperscrutabili, non ne fosse ancora del tutto convinto, vada a leggersi le classifiche appena "sfornate" dal Sole 24 Ore. Basta un rapido sguardo, un’occhiata fugace per verificare fin troppo chiaramente e concretamente com’è caduta in basso quella che dovrebbe essere la regione "felix" per antonomasia. Nella classifica di gradimento di governatori e sindaci dell’Italia intera, all’ultimo posto spicca un tandem in rima baciata: Bassolino e Jervolino. ‘O governatore è sedicesimo sui sedici presidenti di Regione rispetto ai quali è stata compiuta la rilevazione: al termine del 2008, infatti, gode (si fa per dire) del 39% dei consensi a fronte del 46% registrato nel 2007. Se poi si prende come parametro la percentuale (61,6) risalente al giorno dell’elezione, si riscontra addirittura un crollo verticale. La bocciatura del suo operato appare categorica, perentoria, eclatante. Identico discorso per il sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino, che indossa la maglia nera e occupa la posizione numero 105 tra i primi cittadini del nostro Paese. Anche per lei il gradimento (ma il termine appare francamente fuori luogo e rischia di sembrare carico di una forte quanto involontaria ironia) è attestato al 39% contro il 47% del 2007 e il 57% del giorno dell’elezione. Autentici patrimoni di fiducia e consenso, insomma, sono stati gettati alle ortiche. Anzi, nell’immondizia.
Peraltro, stavolta conta decisamente poco il discorso sull’attendibilità di certe graduatorie, che di solito viene rispolverato in casi del genere. Un importante quotidiano economico nazionale come il Sole 24 Ore non ha fatto altro che monitorare l’apprezzamento e il sostegno dei cittadini nei confronti dei loro principali rappresentanti istituzionali. E, per la Campania, ne viene fuori un ritratto a tinte fosche. Più che di delusione, vista l’entità del fenomeno rilevato, si può parlare di rabbia e indignazione per la gestione della Regione e del Comune di Napoli, ormai in mano a personaggi che – stando alle valutazioni e agli umori del corpo elettorale – sono in minoranza schiacciante, tanto da poter essere quasi definiti politicamente "abusivi".
Se il centrosinistra fosse stato realmente capace di portare un briciolo di serietà nella politica (se non proprio al governo), sarebbe più che lecito attendersi che chi ha fallito in maniera così clamorosa, ne prenda atto e si decida a compiere un passo indietro. Ma è inutile cullare illusioni. A Napoli città, la Jervolino intende proseguire per la sua strada, se è vero, come è vero, che ha già formato e annunciato una nuova giunta dopo che la precedente era stata travolta dallo scandalo di Appaltopoli con tutti i danni di immagine e i colpi alla propria credibilità che ne erano derivati. E nel nuovo esecutivo risultano tutti confermati gli assessori bassoliniani, a riprova della fredda determinazione con cui ‘o governatore persegue il suo disegno di galleggiamento, sopravvivenza politica e conservazione del potere. Non è bastata la vergogna internazionale dei rifiuti a scalfire la sua incrollabile volontà di restare al suo posto contro tutto e contro tutti. Anzi, dando fondo all’infinito cinismo di cui è capace, si è quasi "acquattato" dietro le montagne di monnezza che hanno sommerso la Campania fino a pochi mesi fa. Ed ha approfittato della "tregua istituzionale", inevitabilmente e doverosamente concessagli dal governo Berlusconi (troppo impegnato a risolvere il problema dei rifiuti per perdere tempo e consumare energie in una guerra al bassolinismo), aspettando che l’emergenza fosse sanata e che i toni si abbassassero, prima di riprendere fiato e ricominciare le sue manovre. Superfluo sottolineare che, in questo contesto, la "stella" Veltroni è rimasta a guardare: qualche generico appello, qualche banale petizione di principio, qualche insipido predicozzo e poi la resa incondizionata ai capibastone del "suo" partito.
Ormai è certo che nemmeno una candidatura alle elezioni europee "libererà" la Campania da Bassolino. E allora al centrodestra non resta che attendere la battaglia elettorale sul versante amministrativo, che grazie a Dio nessuno potrà scongiurare. Ed è auspicabile che il Popolo della Libertà compia tutte le mosse giuste per raccogliere il successo che merita e che (forse non è azzardato dirlo) gli spetta.
Un’ultima annotazione: nelle riflessioni precedenti non figura praticamente nessun riferimento agli aspetti giudiziari delle vicende campane che coinvolgono Bassolino e la Jervolino. Il garantismo è, deve essere, un valore a 360 gradi. Ebbene, tanto il presidente della Regione quanto gli assessori-cardine della precedente giunta Jervolino vanno considerati innocenti fino al terzo grado di giudizio. Ma esiste, più semplicemente, un "banale" problema di responsabilità politica. E per quella non c’è bisogno di attendere le sentenze. Quando alla spazzatura vera e materiale si aggiunge quella metaforica e simbolica, togliere il disturbo in tutta fretta dovrebbe essere non solo e non tanto un imperativo morale per i diretti interessati, quanto soprattutto un’elementare conseguenza dei fatti e una dignitosa presa d’atto della realtà.