Basta con gli “esperti” che nutrono il proprio narcisismo con il terrore altrui
20 Febbraio 2021
Altra giornata di lotta al Covid. Ormai è un anno che lo combattiamo. E sapete che vi dico? Secondo me, soprattutto in questa fase, ci sono parecchi virologi, epidemiologi, scienziati, sedicenti esperti e qualche politico preoccupati che il virus finisca, che la gente superi la paura, e che una volta tornati a vivere ci si dimentichi di loro!
Quando i dati salgono bisogna stare molto attenti e tutti legittimamente ci preoccupiamo. Ma quando scendono perché dover essere sempre pessimisti? Secondo questa categoria c’è sempre e comunque un motivo per essere terrorizzati e stare chiusi in casa, possibilmente a guardare i loro faccioni perennemente in tv mentre ci spaventano con il loro catastrofismo. Ora per esempio il nuovo elemento di terrore è legato alle varianti. Vero, ci sono. Vero, non bisogna mai abbassare la guardia. In Liguria, come altrove, c’è la variante inglese. Però ci sono anche i dati ospedalieri che calano e prove scientifiche che la malattia in versione inglese non faccia più male di quella “tradizionale”. Ce lo dicono i numeri della nostra sanità, ce lo dicono tanti esperti che non nutrono il proprio narcisismo con il terrore altrui.
Non sappiamo bene come evolverà. Non lo sanno né gli ottimisti, né i pessimisti. Ma il pessimismo non ha mai fatto bene a nessun sistema, tranne a quelli che vivono e si alimentano nella paura. Sono pronto a scommettere che quando sarà finalmente finita ci diranno che dovremo stare comunque chiusi in casa perché il virus potrebbe tornare.
Io dico solo che non possiamo chiudere quando tutto va male e chiudere tutto anche quando va meglio perché il “terrore invisibile” è sempre in agguato. Non è solo una questione di ristori, che peraltro non arrivano. È questione di vivere la vita. Chi ripagherà dei loro anni più belli gli studenti liceali? Penso a mio nipote che, appena iscritto all’università, non ha mai conosciuto i suoi compagni di studio. Chi ripagherà i giovani che magari avevano iniziato con passione un lavoro e adesso stanno chiusi in casa da un anno? Ci pensate che i bambini non abbracciano i nonni e non festeggiano il loro compleanno? O chi è andato in pensione senza aver mai salutato i colleghi? E una rimpatriata con gli amici che non vediamo da anni, la pizza dopo il calcetto, il calcetto stesso, l’emozione di un concerto, di un’opera a teatro, un film al cinema, una sciata in compagnia.
Queste emozioni non avranno ristoro purtroppo. E si aggiungono al disastro economico che il Covid si sta portando dietro assieme al suo carico di morte e dolore. Non possiamo trascurare anche questo aspetto. I dati legati alla depressione, anche infantile e giovanile, ci devono far riflettere profondamente. Quindi prudenza sì, ma basta paura! Specie quella degli stregoni del terrore a cui noi ci opporremo sempre, con ottimismo e duro lavoro.