Basta con le offese, il Comune lavori per valorizzare il lungomare di Bari

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Basta con le offese, il Comune lavori per valorizzare il lungomare di Bari

02 Agosto 2011

Il lungomare di Bari è bellissimo, ma poco “fruibile”, soprattutto nelle sere estive, quando il caldo si fa sentire e la gente, che non può o non vuole andar fuori, si accalca sui marciapiedi costruiti in epoca fascista, portando con sé tavolini, fornacette, frigoriferi, per cucinare e vendere pietanze tipiche della cucina barese.

È un fenomeno che riguarda, principalmente, alcuni tratti di lungomare immediatamente vicini alla città vecchia, al Faro e nel quartiere San Girolamo, presi letteralmente d’assalto da “quelli delle sgagliozze e degli inghimirieddi” (polenta fritta ed involtini di carne fatti con gli organi interni).

E’ un fenomeno, purtroppo, che è sempre esistito, dovuto anche alla particolare conformazione del lungomare: dedicato ai servizi nella parte che va dal Teatro Margherita fino al lido di Pane e pomodoro; circondato dalla muraglia, nella parte che è di fronte alla città vecchia; con pochi bar e ristoranti nella zona del porto ed in quella del Faro, sicuramente insufficienti rispetto alla voglia di “aria fresca” della popolazione residente e dei turisti che si trovano a passare da Bari in piena estate.

Nei vari programmi di riqualificazione urbanistica, in molti si sono cimentati a risolvere il problema, inventando soluzioni architettoniche più o meno complesse per evitare il “fai da te” della sgagliozza fornendo, invece, alla città un modo di sfruttare appieno un’area meravigliosa (pontili, pedane, chioschetti e quant’altro).

Nel mentre gli urbanisti pensavano alle possibili soluzioni, il sindaco di Bari interveniva con la sua solita delicatezza, dapprima tentando di cacciare gli abusivi, sequestrando fornacelle e quant’altro, e successivamente proponendo la chiusura al traffico di determinati tratti di lungomare per motivi concernenti la sicurezza.

Il presidente della circoscrizione del centro storico, Mario Ferorelli (Pdl), criticava da parte sua il provvedimento di chiusura, sostenendo che, in pratica, avrebbe avuto l’effetto esattamente contrario rispetto a quello desiderato dal sindaco. Se l’obiettivo era quello di eliminare gli abusivi dal lungomare, la chiusura al traffico avrebbe dato loro campo libero, secondo Ferorelli, permettendo di estendersi anche sulla sede stradale. A questa presa di posizione dell’esponente di centrodestra, il sindaco rispondeva, su Facebook, in modo verbalmente violento ed impulsivo, accusandolo, in sostanza, di essere un chiacchierone (“carico a chiacchiere”) e di fare il gioco dei clan malavitosi che sono dietro agli abusivi che intendono aprire il loro banchetto sul lungomare.

A questo punto, interveniva il capogruppo delle opposizioni al Comune, Domenico Cea, il quale criticava il sindaco per il suo modo di proporsi sempre sui social networks, senza affrontare direttamente le questioni e senza proporre denunce presso gli organi competenti. Emiliano, allora, rispondeva piccato che lui le denunce le ha proposte per tempo (ricordiamo che l’anno scorso, di questi tempi, sul lungomare ci fu una grave sparatoria, proprio tra questi tavolini di cui parliamo) e che, piuttosto, il Pdl da tanto tempo non riuscirebbe a mettersi d’accordo sul nome del nuovo prefetto barese. Al punto che la città è senza prefetto dalla fine dell’anno scorso.

In realtà, Bari ha assolutamente bisogno tanto di un Prefetto quanto di un Sindaco che lavorino insieme e che sappiano occuparsi come si deve di sicurezza. Soprattutto in un periodo nel quale il lavoro scarseggia e la manovalanza, per le imprese criminose, abbonda. Sul lungomare, al di là delle accuse del Sindaco, ci sono tanti padri di famiglia che cercano di far quadrare il bilancio cucinando e vendendo pietanze tipiche della nostra tradizione. Così come ci sono tante famiglie che vanno lì solo per prendere un po’ di fresco e non sanno nulla delle guerre di mala di cui parla l’ex pm. Certamente esiste un problema urbanistico, di come sistemare e rendere fruibile quella zona di costa, ed il problema delle infiltrazioni criminali, che dev’essere combattuto cercando di portare nella legalità queste attività, senza imporre costi ed adempimenti eccessivi. Ma, una volta tanto, vorremmo che la soluzione fosse trovata lavorando seriamente, in silenzio, e per il bene di tutti. Magari lasciandoci un lungomare più bello e più fruibile di prima.