Basta demagogie, nonostante la crisi il bilancio è in pareggio
22 Dicembre 2011
di V. F.
”Non e’ vero che la Regione aumenta l’Irpef, chi aumenta è il governo Monti”. Non ne può più il presidente della Regione, Gianni Chiodi, delle bugie e delle strumentalizzazioni che negli ultimi giorni hanno accompagnato l’approvazione, da parte della Giunta, del documento di previsione per il 2012. La vera notizia, infatti, è che il bilancio centra l’equilibrio dei conti, nonostante la crisi. E non serve “fissarsi” demagogicamente su quello 0,3 per cento di Irpef in più, perché ad incassarlo non sarà certo la Regione, ma lo Stato, che , continua Chiodi, “ha aumentato tutte le tasse, e usera’ gli introiti non per darli a noi, ma per finanziare presumiamo il fondo sanitario nazionale”.
”La Regione – ha rincarato l’assessore al Bilancio, Carlo Masci – non aumenta nessuna Irpef. L’incremento dello 0.33 % "non è imputabile alla decisione della Giunta regionale con la manovra di bilancio ma solo al decreto Monti, che si è avvalso della facoltà impositiva del Governo per inasprire il prelievo fiscale regionale. Quindi parlerei di addizionale Monti. E’giusto tranquillizzare gli abruzzesi almeno su un atteggiamento di coerenza di questa Giunta regionale che ha da subito escluso l’aumento delle imposte".
L’assessore è un fiume in piena e spiega punto per punto come stanno davvero le cose: “Affermare che la nostra manovra di bilancio aumenta l’Irpef regionale da 1,40 a 1,73 – dice – equivale ad un fotomontaggio, con il quale si manipola la realtà cambiando il senso delle cose. La verità è un’altra. L’addizionale è regionale ma la decisione dell’incremento e’ dello Stato. L’Abruzzo – ha spiegato Masci – pur essendo ancora in Piano di rientro, avrà lo stesso prelievo – 1,73 per cento – della Lombardia, la Liguria, le Marche, l’Emilia Romagna, il Piemonte, con la differenza che non essendo queste regioni in Piano di rientro utilizzano le risorse per i servizi al territorio mentre noi le utilizziamo per pagare i debiti sanitari e le cartolarizzazioni ante 2007".
Chiarezza, dunque, perché far passare la Regione per quella che vuole tassare i cittadini è falso e, per il presidente Chiodi, addirittura “grave”: “si può fare legittimamente una critica – sottolinea – ma non alterare la realtà”.
Piuttosto ciò che deve essere sottolineato, per il governatore, è l’importanza con l’appuntamento del 2012, “perché sarà il coronamento di un percorso virtuoso che non ha prodotto debiti. Eravamo la Regione più indebitata, quella col maggior rosso nella sanità, quella dalla più alta tassazione – ricorda Chiodi -. Oggi non lo siamo più. E questo lo dobbiamo a politiche oculate e razionali. Da quando guido l’esecutivo regionale, l’Abruzzo non ha fatto un euro di debito. Nonostante tutto, siamo la Regione che è cresciuta di più in Pil, occupazione, numero di imprese, come si evince da studi Svimez e Istat. Tutti questi indicatori, messi insieme, dimostrano che l’attenzione sui conti degli abruzzesi non è incompatibile con la crescita. E se l’Abruzzo riduce l’indebitamento e cresce, anche l’Italia può fare altrettanto. Il sistema Paese può riuscirci”.