Battiato si scusa con la Boldrini: troie quelle altre
26 Marzo 2013
di Ronin
A vederlo il signor assessor cantautor Franco Battiato sembra personcina fine, dai modi eleganti, con qualche vezzo orientalistico nel vestire. Ti sembra l’incarnazione della buona educazione.
Il Ghandi siciliano, dedito alla meditazione da quaranta lunghi anni, che mastica mistica a prima colazione, non ha certo l’aspetto del rozzo volgare italiano medio, quell’esemplare berlusconiano che tanto irrita il poeta amico dei persiani.
Poi però il Mahatma apre la bocca e sorbole, che eleganza, "Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. E’ una cosa inaccettabile", dice con quel tono tutto contrito e un po’ ritrito al quale ci ha abituato, parlando come assessore della Regione Sicilia in sede europea.
"Troie" sarebbero, ovviamente, le femmine berlusconiane, razza da scansare, tanto è vero che Battiato non dimentica le buone maniere e si scusa subito con la neopresidente della Camera, Boldrini (che le definisce "parole volgari"), spiegando che…
"Prendo atto con dispiacere che la mia frase, che ovviamente si riferiva a passate esperienze politiche caratterizzate da una logica da mercimonio offensiva della dignita’ delle donne, sia stato travisata e interpretata come una offesa al Parlamento attuale, per il quale ho stima", sic. Che la logica presuppone fare gli squallidi con le donne di destra e i cavalier serventi di siciliana memoria con quelle di sinistra.
Poi colto dal sacro furore il Vate avverte che "In Italia si sta avverando una profezia biblica. Parliamo la stessa lingua ma non ci intendiamo", e in questa babele a quanto pare si è sdoganata la parola "Troia" per definire le avversarie politiche.
Nel suo percorso tra il sanscrito, la musica colta d’avanguardia e la giunta Crocetta, il fine Battiato ha incontrato il più truce Grillo, che dal "vaffa day" in poi ha ridotto il lessico politico a un vernacoliere. "La nostra frotuna è stata la vittoria di Beppe, non può fare peggio di chi ha portato il Paese al disastro".
E’ proprio vero, chi va con lo zoppo impara a zoppicare.