Battisti e Pisani, storie parallele di due irredentisti italiani

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Battisti e Pisani, storie parallele di due irredentisti italiani

15 Gennaio 2011

Ricordate Cesare Battisti? Non l’assassino ma l’irredentista trentino morto sul patibolo austriaco nel 1916. E chi non lo conosce, a lui sono intitolate vie, piazze, vicoli, circonvallazioni, scorciatoie, sottopassaggi, scuole, giardini, monumenti, parcheggi, mausolei, società sportive, bocciofile e circoli ricreativi in tutta Italia. E allora come mai a Carmelo Borg Pisani, irredentista maltese anch’egli impiccato dal nemico inglese nel 1942, non è intitolato un bel niente da nessuna parte?

Molte sono le analogie fra i due personaggi. Entrambi erano fieri idealisti, ferventi patrioti ed amavano l’Italia. Entrambi raggiunsero la madrepatria in guerra e si arruolarono sotto le bandiere italiane. Entrambi vennero catturati dal nemico in azioni di guerra. Entrambi affrontarono coraggiosamente sia il processo che il martirio e non fecero mai mistero delle loro idee. Battisti dichiarò: “Ammetto di aver svolto, sia anteriormente che posteriormente allo scoppio della guerra con l’Italia, in tutti i modi, a voce, in iscritto, con stampati, la più intensa propaganda per la causa d’Italia e per l’annessione a quest’ultima dei territori italiani dell’Austria; ammetto d’essermi arruolato come volontario nell’esercito italiano, di esservi stato nominato sottotenente e tenente, di aver combattuto contro l’Austria e d’essere stato fatto prigioniero con le armi alla mano”. Borg Pisani, che allo scoppio del secondo conflitto mondiale si trovava a Roma, disse: “Malta non è inglese che per usurpazione ed io non sono suddito britannico che per effetto di questa usurpazione. La mia vera Patria è l’Italia. È dunque per lei che devo combattere”. Dopo la sentenza di morte disse: “Non mi spiace di morire, ma sono amareggiato per la mancata invasione di Malta da parte dell’Italia”. Entrambi vennero impiccati e ad entrambi fu concessa dall’Italia la medaglia d’oro al valor militare.

E allora, perché Carmelo Borg Pisani, a differenza del Battisti, oggi viene dimenticato dalla sua Patria? E’ più probabile che il motivo risieda nelle differenze fra i due casi, piuttosto che nelle analogie. E le differenze sono altrettanto numerose. Battisti è stato impiccato dagli Austriaci, Pisani dagli Inglesi: evidentemente subire l’impiccagione da parte britannica è più politically correct.

Entrambi vestivano la divisa italiana ma uno era ufficiale degli Alpini, l’altro Sottocapomanipolo della Milizia.

Lo status dei due all’atto della cattura era diverso. Battisti risultava un “cittadino austriaco disertore” e pertanto fu giustiziato non senza motivo. Borg Pisani, invece, non era cittadino britannico bensì italiano. Durante il suo soggiorno nella penisola, infatti, aveva chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana e rinunciato a quella britannica, restituendo formalmente il suo passaporto alle autorità inglesi mediante l’ambasciata statunitense a Roma, che all’epoca curava gli interessi del Regno Unito. Una volta catturato dai Britannici, di conseguenza, Carmelo doveva essere considerato “prigioniero di guerra”, una categoria che gode di precisi diritti in base alle convenzioni internazionali e che non può essere sterminata né per antipatia né per vendetta. Uccidere un prigioniero di guerra fu un’infamia di cui l’Italia mai chiese conto al Regno Unito.

Battisti morì a 41 anni, Pisani a 27. Alla vedova di Battisti, signora Ernesta Bittanti, una società di assicurazioni austroungarica, la RAS di Trieste, liquidò l’importo di 10.000 lire. Alla famiglia Pisani non fu concesso nemmeno un penny bucato.

Cesare è tumulato in un grande mausoleo che sovrasta Trento, mentre Carmelo è sepolto sul luogo dell’esecuzione, nella prigione Corradino di Malta.

Battisti era socialista, come pochi ai suoi tempi, mentre Borg Pisani era fascista, come tutti ai suoi tempi, ma la differenza poteva valere fino ad un paio di decenni fa, visto che oggi gli ex socialisti e gli ex fascisti pullulano in maniera bypartisan sia nella maggioranza che nell’opposizione.

Borg Pisani non era massone, Battisti sì. Non ha fatto in tempo a diventare Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia come un tale Garibaldi Giuseppe, ma può ugualmente vantare logge massoniche intitolate a lui in giro per il mondo, come la “loggia Cesare Battisti” a San Paolo del Brasile, un paese oggigiorno sulle prime pagine di tutti i giornali a causa della vicenda di un omonimo generosamente definito dai mass media italiani “ex terrorista”, mentre il Trentino giammai viene chiamato “ex irredentista”, né Garibaldi “ex condottiero”.

Due pesi e due misure, insomma, ma siamo ancora in tempo a rimediare e il 2011 può essere l’occasione giusta. Se in Italia esiste un minimo di giustizia, a Carmelo Borg Pisani vengano intitolate vie, piazze e scuole in pari numero rispetto al “martire trentino”. Se non altro, l’irredentista mediterraneo può vantare un notevole vantaggio in più sul suo predecessore alpino: non c’è nessun assassino terrorista comunista pluriomicida che porti il suo nome.