BBC, quel cambio al vertice che sa di svolta epocale…

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

BBC, quel cambio al vertice che sa di svolta epocale…

BBC, quel cambio al vertice che sa di svolta epocale…

13 Giugno 2020

La Bbc ha cambiato il suo Direttore Generale in un momento molto delicato della sua storia. Lo storico broadcaster britannico ha di recente annunciato la nomina di Tim Davie, 53 anni, come nuovo Director General in sostituzione di lord Hall, che ricopriva l’incarico dal 2013. Le polemiche sul caso Cummings, le costanti accuse di liberal bias, l’offensiva del governo Tory con la minaccia di non rinnovare la concessione delle frequenze e di abolire il canone, stanno mettendo sotto pressione Auntie, la zietta preferita dagli utenti televisivi d’Oltremanica.

Laureatosi al Selwyn College di Cambridge, Davie si è subito presentato con la promessa di “riformare l’emittente per continuare a essere rilevanti nel panorama mediatico britannico”. Il Times lo ha definito una “creatura strana all’interno della Bbc, un insider ma con esperienza del mondo del business”. Sì, perché il nuovo DG ha lavorato in passato nella sezione marketing di Procter & Gamble e di Pepsi, prima di passare agli uffici marketing della Bbc nel 2008 e, una volta inserito nel contesto del broadcasting, assumere la direzione dei programmi. Nel 2012-2013 è già stato DG ad interim dopo le improvvise dimissioni di George Entwistle. Negli ultimi 7 anni è stato a capo della direzione marketing dell’emittente.

Cambio di svolta epocale o rinnovo nella continuità? Difficile dirlo ora. Quello che è certo è che sono tanti gli aspetti dove la Bbc ha bisogno di un cambiamento radicale, e sono già diversi i dossier sulla scrivania di Davie che ha già dovuto fronteggiare una prima polemica legata al suo salario. Infatti il nuovo DG guadagnerà annualmente 525mila sterline, una cifra superiore rispetto al suo predecessore, lord Hall, fermo a 475mila, ma inferiore rispetto ai 600mila che riceveva da capo di Bbc Studio. Lord Hall – dimessosi lo scorso mese di gennaio – l’ha presa comunque con filosofia: “Sono felice per Tim. La Bbc è in buone mani”.

Il processo che ha portato alla nomina di Davie è stato lungo e faticoso e ha fatto emergere alcuni dei problemi storici della corporation che mai, nei suoi 98 anni di storia, ha avuto una donna al suo vertice. Charlotte Moore, la direttora dei contenuti è stata intervistata per il ruolo ed è stata a lungo considerata, così come Jane Turton, Ceo dell’azienda di produzione All3media. Ma il board della Beeb ha preferito l’opzione Davie. All’interno dell’emittente c’è chi ha storto il naso vista la totale mancanza di un background giornalistico del nuovo DG: le news sono ancora il core business della Bbc e c’è il timore che il nuovo direttore debba delegare la sua funzione di editor-in-chief, a un capo-redattore interno con maggiore seniority nel ramo.

Davie però sa che le sue attuali priorità sono altre. Innanzitutto la negoziazione per il rinnovo della nuova Royal Charter, in scadenza nel 2027. Negoziazioni importanti perché con la charter si delineano anche i finanziamenti a disposizione delle emittenti televisive. I ministri del governo Johnson hanno già fatto trapelare l’intenzione di abolire il canone attraverso cui la Bbc si sovvenziona in mancanza di raccolta pubblicitaria. Dalla corporation però si punta a mantenere una parte del canone anche dopo il 2028. Al momento però, Davie ha un compito più pressante: quello di riempire il buco da 125 milioni di sterline che si è aperto nei conti dell’emittente causa crisi del coronavirus.

Sul piano più concorrenziale poi, la Bbc sta facendo fronte a una lenta la costante erosione degli ascolti specie tra i più giovani a vantaggio dei nuovi broadcaster globali come Netflix. La sua politica è sempre sembrata orientata a mantenere un ascolto elevato nella fascia più elevata della popolazione, come dimostra l’impegno ad abolire il canone agli over 75. Un impegno che doveva partire dal 1. giugno ma che è stato posticipato ad agosto.

Infine ci sono le questioni interne, più vicine ai dipendenti, come quella relativa all’equal pay, l’uguaglianza negli stipendi tra uomo e donna. La Equality and Human Rights Commission si esprimerà a breve sulla vicenda per dimostrare se ci sia stata o meno una discriminazione illegale nel trattamento dei dipendenti su base di genere.

Davie, che in passato è stato anche vice-presidente della sezione di Fulham & Hammersmith (Londra) del partito , ha ricevuto le congratulazioni di rito da parte del ministro della Cultura e della Comunicazione, Oliver Dowden: “Gli auguro il meglio. Il suo impegno per una informazione imparziale e una riforma complessiva dell’emittente sono il migliore viatico per il difficile ruolo che si trova a ricoprire”.