Bce, Draghi: crescita ancora modesta e allarme inflazione
06 Febbraio 2016
di redazione
Nell’ultimo bollettino della Bce si fa il punto sui principali aspetti della economia mondiale. Il commercio internazionale viene dato in una fase di lento recupero dopo l’estrema debolezza della prima metà dello scorso anno. Si sottolinea poi come l’inflazione a livello globale sia rimasta contenuta e come il recente calo dei prezzi del petrolio e delle altre materie prime non consentirà a breve spinte inflazionistiche.
Rimanendo in argomento eurozona, si ribadisce che la ripresa economica è in atto e che la principale ragione risiede nella dinamica dei consumi privati. D’altro canto, però, si rileva un rallentamento delle esportazioni. Gli ultimi indicatori fanno pensare ad un ritmo di crescita praticamente invariato nel quarto trimestre del 2015. In prospettiva futura, la domanda interna dovrebbe procedere con un andamento positivo grazie alle misure di politica monetaria della BCE e al loro impatto sulle condizioni finanziarie, e ai precedenti progressi compiuti sul fronte del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali.
La parola a Mario Draghi. Nell’economia globale "ci sono forze oggi che cospirano per tenere bassa l’inflazione", ha detto il presidente della Bce, Draghi, ma la banca centrale "non si arrenderà" a questa ipotesi e continuerà a operare per mantenere un livello dei prezzi "in linea con i suoi obiettivi". Mario Draghi interviene da Francoforte, durante un evento organizzato dalla Bundesbank, per chiarire che la Banca Centrale Europea non farà nessun passo indietro rispetto all’obiettivo di riscaldare quel tasso di inflazione che senza una ripresa adeguata rischia di far sprofondare l’economia dell’area Euro.
Il rischio viene sottolineato dallo stesso bollettino, secondo cui nei prossimi mesi i tassi di inflazione rischiano di "passare in territorio negativo e recuperare solo nel prosieguo del 2016". Nell’economia globale dunque, è l’allarme di Draghi, "ci sono forze oggi che cospirano per tenere bassa l’inflazione". "Queste forze potrebbero far sì che l’inflazione ritorni più lentamente al nostro obiettivo, ma non ci sono ragioni per cui tali forze dovrebbero portare a un’inflazione permanentemente più bassa". "Se non ci arrendiamo alla bassa inflazione e certamente non lo faremo, nello stato in cui siamo, torneremo ai livelli in linea con i nostri obiettivi. I rischi di agire troppo tardi, superano i rischi di agire troppo presto", chiarisce il presidente dell’Eurotower. Draghi rafforza l’ipotesi che nuovi interventi straordinari non sono affatto esclusi, anzi.
"Non ci possono essere dubbi sul fatto che, se decidessimo di adottare politiche ancora più accomodanti, il rischio di effetti collaterali non ci fermerebbe – sottolinea Draghi – siamo consapevoli della necessità di limitare le distorsioni causate dalle nostre politiche, ma la priorità è la stabilità dei prezzi". Il presidente della Bce dedica infine un passaggio del suo intervento al tema della garanzia comune sui depositi bancari, questione più volte sollevata dall’Italia: nell’area euro, dice, "manca ancora un accordo sul terzo pilastro dell’Unione bancaria, la garanzia sui depositi, elemento essenziale di una vera moneta unica".
"Per questa ragione – aggiunge – è benvenuta la proposta della Commissione di introdurre uno schema di garanzia europea di assicurazione sui depositi", che "stabilisce l’ambizioso obiettivo di introdurre un vero sistema europeo di protezione dei correntisti" e rappresenta un "realistico disegno e fornisce numerose salvaguardie contro l’azzardo morale per evitare che la condivisione dei rischi diventi una distribuzione dei rischi".