Bce: Il tempo è denaro. Anzi, il denaro è tempo

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Bce: Il tempo è denaro. Anzi, il denaro è tempo

01 Marzo 2012

Il tempo è denaro. Così diceva un detto, ma in Europa può essere benissimo capovolto: il denaro è tempo. L’azione di Mario Draghi che nel giro di due mesi ha dato liquidità illimitata alle banche europee non è nient’altro che tempo. Molti politici credono invece che l’azione di Draghi possa essere sostenibile nel lungo periodo, ma non è cosi come ci ricorda Oscar Giannino.

Anche la manovra odierna, vale a dire l’immissione di liquidità pari a 530 miliardi di euro immessa nel sistema bancario al tasso irrisorio dell’1 per cento per 36 mesi non è nient’altro che tempo. Non tanto tempo per le banche, quanto per i Governi.

Spieghiamo il perché. Il sistema bancario era sull’orlo del fallimento a causa del clima di sfiducia che intercorreva tra le parti. Una banca italiana non riceveva più un soldo da una banca francese e viceversa per l’alta esposizione verso il debito pubblico di un determinato paese. Le banche avevano i portafogli pieni di debito pubblico e tale debito stava perdendo poco a poco valore con la ventata di sfiducia che attanagliato l’Europa a partire dall’agosto 2011.

Veniamo all’Italia. Lo spread tra buoni italiani e bund tedeschi a 10 anni tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 aveva sfondato più volte la barriera dei 500 punti. Un livello insostenibile che è stato curato con l’immissione di liquidità nel sistema bancario. Quali sono state infatti le banche che più hanno approfittato della moneta a basso costo? Quelle italiane e spagnole che hanno fatto man bassa dell’emissione della BCE.

Ma cosa hanno fatto con tutti questi denari a basso costo? Hanno acquistato debito pubblico italiano e spagnolo, tanto che lo spread è “crollato” di 200 punti in pochi mesi. Un miracolo? No, semplice conseguenza dell’immissione di liquidità nel sistema bancario. Banche piene di liquidità al tasso dell’1 per cento investono in bond italiani che rendono il 5 per cento. Un affare fin troppo facile.

Dove sta l’inganno? Le banche dovranno restituire i soldi alla Banca Centrale, ma non è qui il cuore del problema, perché il tasso d’interesse è irrisorio. Sono gli Stati che dovranno restituire i soldi alle banche i soldi ricevuti in prestito ai tassi del 5 – 6 per cento.

Potranno Italia e Spagna fare ciò? Sarà difficile senza le riforme. La Spagna ha appena annunciato che il deficit del 2011 è stato dell’8,5 per cento, vale a dire quasi il 50 per cento in più di quanto pattato pochi mesi prima dal Governo uscente Zapatero.

L’Italia continua a mantenere una situazione debitoria altamente ingestibile, soprattutto per la mancanza delle privatizzazioni. Con la recessione che sta arrivando fortissima, si parla di -2,2 per cento nel 2012, il peggio deve ancora arrivare.

E cosa fa il nostro Parlamento? Annacqua delle liberalizzazioni già deboli, mentre il Governo continua ad aumentare una pressione fiscale che è ormai insostenibile (siamo a livelli reali superiori alla Svezia). Aumentare le tasse serve ben a poco, soprattutto quando l’attività economica comincia a scendere. Senza riforme il tempo regalato dalla Bce servirà a poco. Il denaro è tempo, ma gli italiani sembrano d’accordo a buttarli entrambi.

(tratto da Chicago-Blog)