Beirut, il Partito di Dio tiene in ostaggio la capitale
09 Maggio 2008
Libano. I miliziani sciiti di Hezbollah e Amal hanno circondato i principali centri dove si trovano le milizie ‘al-Mustaqbal’ del partito governativo sunnita di Saad Hariri. Sarebbero in corso trattative perché Hezbollah vuole la consegna delle armi dei militanti filo-governativi che invece intendono consegnarle solo ai soldati dell’esercito. Negli scontri è rimasto ferito un cineoperatore della Tv ‘al-Alam’. Hezbollah ha poi costretto alla chiusura tutti gli organi di informazione appartenenti alla famiglia Hariri. L’emittente televisiva Future News è stata costretta questa mattina ad interrompere le trasmissioni. Poco dopo è arrivato il turno della radio ‘al-Shuruq’. Un razzo ha poi colpito il quarto piano della redazione del quotidiano ‘al-Mustaqbal’, non provocando feriti tra i redattori ma causando ingenti danni agli uffici.
Sempre Hezbollah ha bloccato tutte le attività del porto cittadino mentre ieri erano state fermate quelle dell’aeroporto, dove tutti i voli in arrivo e in partenza verso Beirut sono stati cancellati. Siamo quindi all’anticamera della guerra civile, tanto che gli scontri tra militanti di entrambe le fazioni si stanno spostando anche fuori dalla capitale. Le abitazioni dei politici di governo, come quelle del druso Walid Jumblat e di Hariri, sono circondate e attaccate. Il governo filo occidentale ormai è allo stremo, tanto che anche l’ambasciatore saudita a Beirut ha chiesto al premier Fouad Seniora di dimettersi, mentre il presidente yemenita, Ali Abdullah Saleh, ha chiesto che il controllo del paese passi nelle mani del capo dell’esercito. Finora si contano nelle strade 10 morti e una decina di feriti ma il bilancio potrebbe aumentare nelle prossime ore.
Che la situazione era sul punto di degenerare si era capito ieri, quando il leader delle milizie sciite Hezbollah, Hasan Nasrallah, è intervenuto in diretta televisiva per dire la sua sulla crisi politica libanese, fortemente acuitasi negli ultimi tre giorni. “La decisione presa dal governo libanese contro Hezbollah è una vera e propria dichiarazione di guerra”: ha dichiarato Nasrallah, riferendosi alla decisione del governo di smantellare il sistema di telecomunicazioni creato dal suo movimento. “La crisi libanese è entrata in una nuova fase – ha ammonito – dopo la misura pericolosa presa dal governo nei confronti della resistenza”. Il 6 maggio scorso, al termine della seduta parlamentare più lunga della storia del paese, la coalizione di maggioranza ha votato la messa fuori legge della rete di telefonia di Hezbollah, quel sistema di comunicazione che i miliziani del partito di Dio usarono con grande efficacia contro i soldati israeliani durante il conflitto dell’estate 2006. L’opposizione è da sue giorni sul piede di guerra anche per la rimozione di Wafiq Shoukair, uno sciita responsabile della sicurezza dell’aeroporto di Beirut, motivata con la scoperta di sistemi di sorveglianza video, controllati da Hezbollah, lungo la strada che porta allo scalo. Nasrallah ha quindi accusato il governo di essere “una gang” che sta tentando di raggiungere ciò che Israele non è stato in grado di fare nella guerra del 2006. Ha inoltre affermato che la rimozione del capo della sicurezza dell’aeroporto è stata decisa perché l’esecutivo “vuole trasformare lo scalo in una base per l’Fbi, la Cia e il Mossad”. Circa la rete telefonica, Hezbollah ha spiegato che si tratta di “un sistema di comunicazione militare che sostiene la resistenza ed è l’arma più importante in mano al nostro movimento”.