Ben prima di Piombo Fuso Hamas uccideva e terrorizzava Israele

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Ben prima di Piombo Fuso Hamas uccideva e terrorizzava Israele

07 Gennaio 2012

Durante il 2011 appena trascorso sono stati sparati 627 razzi e colpi di mortai contro le città del Sud d’Israele. Una continua aggressione che ha fatto sì che lo scorso 27 dicembre 2008, proprio in risposta ai continui lanci di missili da Gaza, lo Stato ebraico desse il via all’operazione militare "Piombo Fuso" durata fino al 18 gennaio 2009.

Nei precedenti otto anni, nonostante il disimpegno e il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, si registrò un aumento del lancio di missili del 436 per cento, causa di morti e feriti fra la popolazione civile costretta a un ritmo di vita scandito da sirene di allarme e dalle fughe nei rifugi sotterranei.

Dal 2009, anche se ridotto, continua il lancio di missili sparati dall’organizzazione terroristica Hamas e da altri gruppi palestinesi per uccidere civili israeliani. Vediamo alcuni dati pubblicati dallo Shérut Bitahon Klali, l’agenzia di intelligence per gli affari interni di Gerusalemme conosciuta come Shin Bet.

Razzi lanciati da Gaza contro Israele dal 2000 al 2009

Come abbiamo appena visto il lancio di missili è diminuito di molto dopo che l’Israel Defense Force (IDF) attaccò  militarmente Gaza. Ma la strategia del terrore contro i civili israeliani non si è mai ininterrotta (nel 2010, ad esempio, un razzo Qassam uccise un contadino thailandese e diede la sveglia anche all’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Catherine Ashton, in visita a Gaza).

Ora, dalla Striscia si sparano anche razzi al fosforo, come ha denunciato il Consiglio regionale di Eshkol (Sud Israele) in una lettera inviata al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Eppure, secondo quanto riporta l’IDF, solo durante lo scorso dicembre Israele ha coordinato il trasferimento di oltre 136.500 tonnellate di aiuti ai gazawi.

Il popolo della Striscia dal 2010 sta beneficiando di una serie di attività portate avanti da Gerusalemme e Gaza. Sicché nella Striscia, come riporta il Centro di Statistica dell’Autorità palestinese, il tasso di disoccupazione è sceso del 25 per cento rispetto l’anno passato. A ogni buon conto, Hamas sembra più interessato a distruggere che a costruire.

“Al-Quds (Gerusalemme per il resto del mondo nda), stiamo arrivando” ha urlato Ismail Haniyeh lo scorso 14 dicembre in piazza al-Kati, nel centro di Gaza, per celebrare il 24° anniversario della nascita del movimento islamico di resistenza. Davanti a duecentomila persone ha poi assicurato che “la liberazione dell’ intero territorio storico della Palestina sarà ottenuta non con trattative  ma mediante la lotta armata ad oltranza”.

I risultati ottenuti in ventiquattro anni di “lotta ad oltranza” sono stati poi pubblicati: 1848 shaid, 1365 israeliani uccisi, 6411 israeliani feriti, 1117 attacchi terroristici, 87 missioni suicide, 11.093 razzi e colpi di mortaio sparati su Israele. Dopo aver brindato ai successi col sangue del suo stesso popolo e con quello dei civili israeliani, Hamas ha dato il via ai festeggiamenti.

Come fece per il ventiduesimo anniversario, quando si spesero quasi un milione e mezzo di euro per una maxi festa durata cinque giorni e con l’obbligo di frequenza (pena l’esclusione dai coupon che danno diritto agli aiuti umanitari) o come quando per il ventitreesimo anniversario gli affiliati all’organizzazione terroristica avevano bussato alle porte di 300mila famiglie palestinesi per distribuire loro cioccolatini, caramelle e regalini. Non un futuro.

Di fatto, a tutt’oggi anche la pace interna da concludere con Al Fath è ancora lontana dal compiersi. Martedì Hamas ha denunciato che 72 suoi membri sono detenuti dall’Autorità Palestinese, definendolo una violazione di un elemento chiave dell’accordo di riconciliazione tra le due fazioni.