Beppino Englaro cittadino di mezza Firenze

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Beppino Englaro cittadino di mezza Firenze

10 Marzo 2009

Fossimo nei panni di Beppino Englaro non avremmo esitazioni nel rifiutare la cittadinanza onoraria di Firenze. Il papà di Eluana ha infatti ricevuto quell’onorificenza dopo un dibattito furioso e con un voto che ha diviso non solo il consiglio comunale ma anche la sinistra che aveva proposto l’iniziativa.

Il bel capolavoro l’hanno fatto il capogruppo socialista Alessandro Falciani e la capogruppo di "Un’altracittà/unaltromondo" (sic!), Ornella de Zoldo. Alla fine la proposta è passata con 22 voti favorevoli, 16 contrari e 3 astenuti. Dubbi sul  conferimento della cittadinanza li aveva espressi anche il sindaco Dominici, mentre il neo-candidato sindaco del Pd, Matteo Renzi, si era dichiarato apertemente contrario.

Il capogruppo del Pd in comune, Riosa Maria de Giorgi,  ha votato contro assieme ad altri del suo partito e anche i tre astenuti sono tutti del Pd ed ex diesse.  Tutto il centro-destra fiorentino ha votato contro. Falciani, il promotore, si è consolato con la solita tiritera: "Ritengo le opinioni diverse su questi temi all’interno del centro-sinistra una risorsa e non un problema".

Il problema però è molto più evidente della risorsa: conferire la cittadinanza onoraria dovrebbe servire ad unire la città e i suoi cittadini nel riconoscimento di un valore indiscusso ed esemplare, non per trascinare il consiglio comunale in una versione farsesca e miniaturizzata dello scontro che sulla vicenda Englaro ha diviso tutto il paese.

Oggi Beppino si trova ad essere il cittadino onorario di mezza Firenze, trascinato suo malgrado in quella che sembra soltanto una resa dei conti nel centro-sinistra fiorentino e che serve solo a rendere più evidente il dilaniante dilemma posto dalla sua decisione nei confronti della figlia.

Per questo ci permettiamo di suggerire a Beppino Englaro, se vuole difendere la buona fede di quanto ha detto e fatto sin’ora, di chiamare Palazzo Vecchio e dire "no grazie" ad una cittadinanza che non lo onora.