Berisha sconfitto, la crisi punisce anche il centrodestra albanese

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Berisha sconfitto, la crisi punisce anche il centrodestra albanese

25 Giugno 2013

La maggioranza di centro-destra in Albania del premier uscente Sali Berisha, 69 anni, è crollata nelle elezioni politiche. I risultati parziali, al termine dello scrutinio del 95% delle schede, danno un sorprendente vantaggio all’opposizione di centrosinistra guidata da Edi Rama, 48 anni, ex sindaco di Tirana e pittore. L’ opposizione ha ribaltato i risultati nelle aree considerate roccaforti del centro-destra di Berisha come per esempio la città’ di Scutari.

Una sconfitta micidiale per la destra che non capisce e sente più il paese delle aquile. Cosi la crisi ha fatto un altra vittima eccellente della politica non solo europea. Fino all’ultimo tutti i dati politici davano una lieve calo del premier Sali Berisha, ma la crisi economica non guarda in faccia nessuno. Piu’ che una vittoria del centro sinistra c’e’ stato un voto contro il premier Berisha. Sali Berisha personaggio che ha dominato la scena politica dall’inizio degli anni ’90 ha datto il massimo in questi ultimi anni. La satira albanese lo raffigurava come “Edward mani di forbice” per via delle numerose inaugurazioni di grandi opere pubbliche (centrali elettriche, strade, impianti di acqua potabile)  tra cui non ultima l’autostrada che ha dimezzato la lunghezza del collegamento stradale tra Tirana e Prishtina.

Sul versante estero, l’integrazione dell’Albania alla NATO e la liberalizzazioni dei visti con l’Ue sono state le sue carte vincenti che Berisha si è ampiamente giocato, ma alla fine l’economia reale ha prevalso sulle infrastrutture e grandi opere.  Tuttavia nella complicata storia dell’Albania il voto è stato spesso un semplice evento tra una crisi e l’altra. Per  Sali Berisha  dopo 8 anni di governo si profila una sconfitta senza precedenti che avrà delle ripercussioni sul futuro del partito democratico. Nei prossimi giorni avremmo notizie sul future della destra Albanese e sul suo leadership. Il nuovo parlamento albanese che sceglierà il prossimo premier tra il socialista Edi Rama e il pragmatico Ilir Meta (il vero vincittore di queste elezioni perché ha triplicato i suoi deputati del movimento socialista per l’Integrazione)  dovrà dare nuovo impulso al percorso di integrazione europeo, finora ostacolato dalle lunghe crisi politiche.

Il clima è migliorato a partire del 2012, con la ripresa del dialogo tra maggioranza e opposizione e una serie di modifiche bipartisan alla legge elettorale, salutate con favore dall’UE e dall’OSCE. Nel preliminare rapporto di valutazione, gli osservatori del OSCE descrivono ombre e luci. Nel rapporto si indirizzano critiche sulla lentezza nei conteggi delle urne e anche altre osservazioni legate alle pressioni governative sul processo elettorale e sul lavoro del Comitato Elettorale Centrale. Le elezioni parlamentari albanesi del 23 giugno sono state molto competitive, con un’attiva partecipazione della cittadinanza per tutta la campagna e un autentico rispetto delle libertà fondamentali. Tuttavia, l’atmosfera di diffidenza fra le due parti politiche principali ha in parte contaminato tutto il contesto elettorale, mettendo alla prova la gestione dell’intero processo elettorale, secondo alcuni osservatori internazionali.

Roberto Battelli, coordinatore speciale che ha condotto l’osservazione OSCE a breve termine, sostiene che “Si è trattato di elezioni cruciali che hanno offerto la possibilità di una scelta vera agli albanesi in un momento critico per il Paese. Le persone desideravano ardentemente esprimere la propria volontà.”  Il rapporto è di fondamentale importanza per il cammino del paese verso l’UE, infatti è stato preparato insieme al gruppo degli osservatori dell’Assamblea Parlamentare dell’OSCE e e dall’Assamblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. L’ andamento delle due precedenti elezioni non era stato giudicato soddisfacente dall’Unione europea ed aveva danneggiato il processo per ottenere lo status di paese candidato alla Ue.