Berlusconi ancora nel mirino, indagato per corruzione

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Berlusconi ancora nel mirino, indagato per corruzione

12 Dicembre 2007

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sarebbe indagato dalla procura di Napoli per corruzione.

L’indagine riguarderebbe la corruzione di Agostino Saccà, presidente di RaiFiction e – seconda ipotesi di reato – per istigazione alla corruzione del senatore Nino Randazzo e di altri senatori “in altri episodi non ancora identificati”.

Lo rivela il quotidiano La Repubblica spiegando che la vicenda sarebbe emersa per caso durante un’inchiesta sulla costituzione di fondi neri all’estero da parte di personaggi legati al mondo della fiction e in rapporti d’affari anche con la Rai.

Sono molti i commenti e reazioni alla notizia. Forza Italia reagisce senza mostrare grande stupore: “anche questa vicenda, come tutte quelle che hanno riguardato il leader del centrodestra, finirà in una bolla di sapone”, dice la vicepresidente dei senatori, Maria Elisabetta Casellati.

Solidarietà al Cavaliere arriva anche dalla Dc per le Autonomie, il cui vicecapogruppo alla Camera, Giampiero Catone considera: “come fa Repubblica ad avere con questa facilità accesso a informazioni che, come per il recente caso Rai-Mediaset, dovrebbero essere coperte, non solo da segreto istruttorio ma anche da eventuale autorizzazione parlamentare come avvento proprio per D’Alema?”. La Dc per le Autonomie auspica “un tempestivo intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano affinché a questo stillicidio di presunti scoop di chiara connotazione politica si metta fine”.

Anche Rocco Buttiglione si è espresso sulla vicenda: ” Noi ovviamente aspetteremo di conoscere i risultati delle indagini e i pronunciamenti della Magistratura. Devo però osservare che in una parte importante della pubblica opinione italiana si è ingenerata la convinzione che ci siano dei giudici che hanno deciso che Berlusconi deve essere colpevole. I giudici non sanno di che cosa, ma deve essere colpevole. E quando un’azione giudiziaria contro Berlusconi finisce allora ne comincia un’altra. Il sospetto che questo sia in qualche modo legato alla volontà di esercitare un ricatto politico verso il capo della maggiore forza di opposizione è forte”.

Un “attacco politico-giudiziario-giornalistico” che ha “il preciso obiettivo di ripristinare il clima di rissa che ha caratterizzato la vita politica italiana prima nel ’92-’94 e poi dal ’94 ad oggi”. Fabrizio Cicchitto, vice coordinatore azzurro, definisce così la notizia dell’indagine in corso a Napoli.

Secondo Daniele Capezzone, “com’era fin troppo facile prevedere è ripartita la solita, assurda jihad giudiziaria” contro Berlusconi.

Sulla vicenda è intervenuto lo stesso senatore Randazzo confermando alcune indiscerzioni: “Tutto quello che c’è scritto su Repubblica e riguarda la mia persona, che preciso non è indagata, è vero”. Così il senatore dell’Ulivo Nino Randazzo, eletto all’estero nella circoscrizione Asia, Africa e Oceania, conferma di essere stato ascoltato dalla Procura e conferma anche che è stato chiamato come persona informata sui fatti riguardo all’ipotesi di una istigazione alla corruzione nei confronti di Silvio Berlusconi.

“Si tratta di un troncone – spiega Randazzo – di un’indagine in corso e tramite delle intercettazioni, uno degli intermediari del Cavaliere telefonava anche a me”.

Alla domanda del cronista come ha considerato la notizia della indagine su Berlusconi con la sua foto sul giornale, Randazzo ci ha risp su: “Mi sto facendo delle grandi risate perchè apprendo che era stato fotografato l’incontro con l’intermediario e ho scoperto, soprattutto, che prima di fare un approccio alla mia persona avevano controllato il mio conto corrente in Australia, scoprendo che ero il più povero di tutti. Forse – conclude ironicamente il senatore – quando hanno visto quel conto avranno detto: Questo lo chiamiamo subito…”.

L’inchiesta di Napoli, scrive laRepubblica, “è avviata dal caso: i pubblici ministeri stanno ficcando il naso su un giro di iperfatturazioni che nasconde la costituzione all’estero di fondi neri” e “il sospetto degli investigatori è che quelle somme possano essere o le tangenti destinate ad amministratori del servizio pubblico o ‘fette di torta’ che i produttori televisivi si ritagliano, franco tasse”.

Al centro delle intercettazioni telefoniche dei pm finisce un piccolo produttore di cinema e tv, Giuseppe Proietti: “il suo rapporto con Agostino Saccà è costante e molto intenso” e per questo gli investigatori spostano l’attenzione anche sul presidente di RaiFiction.

In breve tempo, si legge ancora nell’articolo, nell’indagine “emerge l’intensa consuetudine dei rapporti tra Berlusconi e Saccà. Secondo fonti attendibili, soprattutto una decina di telefonate dirette tra il giugno e il novembre di quest’anno appaiono illuminanti (Berlusconi chiama e riceve da un cellulare in uso a un suo body-guard). Berlusconi e Saccà discutono della sentenza del Tar che ha bocciato l’allontanamento dal consiglio d’amministrazione della Rai, Angelo Maria Petroni”.

I due discutono “del film su Federico Barbarossa”, perchè, spiega Berlusconi, “Bossi non fa che parlarmene”, del destino di alcune attrici che il Cavaliere vorrebbe piazzare in Rai per fare un favore ad alcuni senatori dell’opposizione e sperare cosí in un ritorno di favori quando si voterà a palazzo Madama.

“Agostino Saccà – scrive Repubblica – appare consapevole che la preoccupazione prioritaria del Cavaliere sia la “campagna acquisti” inaugurata al Senato per capovolgere l’esigua maggioranza che sostiene il governo di Romano Prodi. Fa quel che puó, fa quel che deve nell’interesse del ‘Capo’”. E’ il momento in cui entrano in gioco il senatore Pietro Fuda – “transfugo da Forza Italia, oggi nel Pd meridionale” che “vuol far sapere al Capo che il suo cuore batte sempre a destra, anche se è costretto a stare oggi a sinistra” – e Nino Randazzo, eletto nel Pd dagli italiani in Australia.

È soprattutto su Randazzo che punta il Cavaliere ed è di Randazzo che Saccà dicute al telefono con un amico commercialista: Berlusconi “lo lusinga. Appare euforico. Vuole conquistare la maggioranza al Senato e dice di essere vicino ad ottenerla. Se Randazzo cambierà cavallo, potrà essere nel prossimo esecutivo o viceministro degli Esteri o sottosegretario con la delega per l’Oceania. Randazzo sarebbe stato il numero 2, appena dietro Berlusconi, nella lista nazionale alle prossime elezioni”. Il senatore è scosso, a quanto pare non accetta la proposta nemmeno quando un giorno, mentre passeggiava a Roma, gli si avvicinó un uomo (un certo “Nick Scavi”) con la proposta di un assegno in bianco da compilare fino a due milioni di euro.

Il prezzo da pagare per “una piccola assenza in Senato” che sarebbe “sufficiente” perchè, dice Berlusconi, “ho con me Dini e i suoi e tre dei senatori eletti all’estero”. Alcuni “contratti” di questo tipo, conclude Repubblica, sono “saltati fuori a Napoli”, in particolare uno firmato Sandro Bondi e Sergio De Gregorio per un accordo tra Forza Italia e l’associazione “Italiani nel mondo”.

Intanto il coordinatore nazionale di Forza italia, Sandro Bondi, fa sapere che FI potrebbe intraprendere un’azione legale contro il quotidiano laRepubblica: “Il quotidiano la Repubblica è diventato la gazzetta ufficiale specializzata nella pubblicazione, secondo una tempistica mirata e una selezione di obiettivi prescelti politicamente, di verbali di intercettazioni telefoniche, che dovrebbero essere coperti da segreto istruttorio e vietati dalla legge quando riguardano i parlamentari della Repubblica”.

“Questa violazione sistematica  della legge e i veleni che periodicamente vengono inoculati nel corpo della nostra democrazia – continua Bondi – spingono l’Italia verso uno stato di cronica inciviltà dalle conseguenze devastanti e incalcolabili”.

“Ho dato mandato ai miei legali  – conclude – di verificare se esistono gli estremi per un’azione civile e penale nei confronti del quotidiano la Repubblica”.